Influenza e pneumococco i due vaccini “contro” il Covid 

Iniziata la profilassi antinfluenzale presso i medici di famiglia. Il 12 ottobre scatta anche in via Amba Alagi Giuliano Piccoliori, responsabile scientifico dell’Istituto di Medicina generale: «Consiglio la doppia vaccinazione»


Valeria Frangipane


Bolzano. È iniziata la campagna vaccinale contro l’influenza e gli altoatesini - i meno vaccinati d’Italia - per difendersi dal Covid sono chiamati ad un’assunzione di responsabilità ed alla doppia profilassi. Contro l’influenza e contro la polmonite batterica da pneumococco.

Giuliano Piccoliori - medico di famiglia in Val Gardena e responsabile scientifico dell’Istituto di Medicina generale presso la Claudiana - ci spiega perchè.

«Oltre ad alcuni studi internazionali anche un recente studio italiano ha dimostrato che chi si era vaccinato nello scorso inverso contro l’influenza si è ammalato un po’ meno frequentemente di Covid-19 anche se in misura non significativa. Va anche detto che secondo uno studio del Centro Cardiologico Monzino di Milano, il vaccino antinfluenzale sembra aiutare a combattere direttamente il virus. Lo studio precedente - continua il medico - ha dimostrato anche che per ragioni ancora non note la vaccinazione contro lo pneumococco, un batterio che causa la maggior parte delle polmoniti batteriche più severe, offerta alle stesse categorie a rischio come per l’antinfluenzale, riduce in maniera significativa il rischio di ammalarsi di Covid. Una ragione di più per le persone a rischio, anziani e malati cronici in particolare, per sottoporsi alla doppia profilassi - ricordando tra il resto che lo pneumococco, si esegue una volta nella vita».

Ricordiamo a latere che secondo uno studio del Monzino, pubblicato sulla rivista Vaccines, durante il lockdown nelle regioni con un più alto tasso di copertura vaccinale tra gli over 65, ci sono stati meno contagi, meno pazienti ricoverati con sintomi, in Terapia intensiva e morti per Covid.

Si stima che un aumento dell'1% della copertura vaccinale negli over 65 avrebbe potuto evitare 78.560 contagi.

Perdita di olfatto e gusto

sono campanelli d’allarme.

Difficile distinguere tra Covid, influenza o banale malessere stagionale. E siono arrivati i primi freddi con i primi mal di gola,

«Nello studio di sieroprevalenza condotto dall’Istituto di Medicina generale in collaborazione con l’Asl ed Astat - riprende Piccoliori - le persone con test positivo hanno riferito di aver avuto come sintomi: dolori articolari nel 59% dei casi seguito da perdita del senso del gusto e dell'olfatto (58%), mal di testa (52%), tosse (49%), mal di gola (41%), debolezza (40%) febbre oltre 37,5°C per almeno tre giorni consecutivi (39%), disturbi gastrointestinali (39%), dolore al torace (25%), difficoltà a respirare (19%) e congiuntivite (17%). Va anche detto che ben il 34% era totalmente asintomatico. Questo significa che non c’è nessun sintomo o combinazione di sintomi che è sempre presente nel Covid e che quindi è difficile se non impossibile distinguerlo da una sindrome influenzale o da raffreddamento, quantomeno nella prima fase durante la prima settimana. Va detto però che il sintomo più specifico, segnalato solo da chi era positivo, è la perdita di gusto e olfatto, ma questo, sempre in base al nostro studio, non è presente in più del 40% dei casi anche se resta importante campanello d’allarme».

Alto Adige: antinfluenzale

da 50761 vaccinati a 47.249.

Alto Adige, pecora nera d’Italia, anche sul fronte dell’antinfluenzale con i dati - nonostante gli sforzi dell’Asl - in calo: nel 2018 si erano vaccinati 50.761 altoatesini, scesi nel 2019 a 47.249.

Piccoliori fa sapere che in questi giorni la richiesta di profilassi negli ambulatori è in crescita: «Penso che il 2020 porterà una crescita della domanda tra il 10% ed il 20%». Secondo lo studio della Fondazione Gimbe - per la medicina basata sulle evidenze - solo un cittadino su 3, tra chi non rientra nelle fasce protette, riuscirà ad acquistare il vaccino. «Ci sono complicanze anche per le persone a rischio in 7 regioni tra cui le province di Bolzano e Trento: la campagna vaccinale garantita dalle Asl territoriali non coprirà oltre il 75% dei soggetti deboli, non raggiungerà quindi il limite fissato per l’immunità di gregge. Queste le coperture garantite per la popolazione target del vaccino anti-influenzale: Bolzano (38,3%) e Trento (70,2%)».

Da lunedì vaccinano

i medici di famiglia

Lunedì scatta intanto la vaccinazione antinfluenzale. Possono richiederla tutti - persone a rischio e non - a partire da subito. Basta prenotare. La profilassi è gratuita nella fascia d'età 60-64 anni. Tutti gli altri pagano il ticket. Lunedì iniziano i medici di famiglia (per prenotare si chiama in ambulatorio) mentre dal 12 ottobre si potrà andare in via Amba Alagi. In questo caso prima si deve chiamare il Cup Prevenzione allo 0472 973 850 (lunedì - venerdì dalle 8 alle 16) o inviare una mail al cupp-prevenzione@asdaa.it

L’Alto Adige ha ordinato una prima tranche di 73.500 dosi -20 mila in più dell’anno scorso - nel caso di richiesta massiccia potrà riceverne altre 12.500.













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