L’Agenzia delle Entrate: «Dateci le guardie armate»

I dipendenti: «Serve un filtro all’ingresso contro eventuali malintenzionati» La lettera alla direttrice provinciale: «Dopo i fatti di Milano abbiamo paura»


di Davide Pasquali


BOLZANO. La crisi economica colpisce duro e i contribuenti non sempre riescono a rimanersene tranquilli e non è affatto detto che siano ben disposti a pagare le tasse. Ne sanno qualcosa gli impiegati dell’Agenzia delle entrate: oggi come oggi le tensioni non mancano. E nemmeno la paura che possa accadere qualcosa di brutto. I timori, magari presenti pure prima, dopo il tragico triplice omicidio al tribunale di Milano ora si sono fatti palpabili, tanto che la segreteria regionale della Federazione lavoratori pubblici e funzione pubblica ha scritto un’accorata nota alla direttrice provinciale dell’Agenzia delle Entrate: si chiede l’istituzione di un servizio di sicurezza, anche armato, all’ingresso degli uffici.

«I recenti e tragici fatti di cronaca nazionale - scrive il segretario regionale Flp, Giuseppe Vetrone - ripropongono con estrema urgenza il tema della sicurezza anche da noi». Già a partire da febbraio 2013, a seguito di numerosi atti di violenza e intolleranza nei confronti degli uffici e del personale dell’Agenzia delle Entrate, la Flp avviò una campagna «tesa a sensibilizzare anche i dirigenti degli uffici pubblici regionali per la messa in atto delle necessarie forme di tutela dei lavoratori». Fu chiesto di garantire la sicurezza degli uffici e del relativo personale mediante «l’installazione di idonei sistemi di controllo come, ad esempio, videosorveglianza, servizi di vigilanza, portierato eccetera». A oggi però, dopo due anni, «non ci risultano posti in essere i controlli da noi proposti mentre, invece, nella generalità degli uffici pubblici - Comuni, Provincia, Regione, Inps - sorveglianza e vigilanza, anche armata, sono già garantite agli ingressi». Ora, dopo aver raccolto l’invito, preoccupato, di numerosi dipendenti dell’Agenzia, nella giornata di ieri si è provveduto a inviare una nota di sollecito alla direttrice provinciale, Hildegard Olga Ungerer, affinché convochi le organizzazioni sindacali per affrontare il problema della sicurezza. «A nostro avviso - si legge nella nota - la situazione economico-sociale del nostro paese e le tensioni ad essa connesse non permettono più atteggiamenti superficiali, né di sottovalutazione di questa importante tematica». Attualmente, chiunque all’Agenzia delle Entrate di Bolzano, nelle piazze Ambrosoli e Tribunale, «può entrare negli uffici, comodamente, in totale assenza di ogni qualsiasi forma di controllo, e può fare quello che vuole».

Pertanto, «anche alla luce delle recenti novità nel rapporto fisco/contribuente (modello 730 precompilato e modello Unico), che verosimilmente comporteranno un notevole aumento del flusso agli sportelli di contribuenti - che non sempre sono tranquilli e ben disposti a pagare le tasse - s’impone un intervento immediato e deciso sulla sicurezza del personale, degli uffici e degli stessi contribuenti». Si ritiene «necessaria l’istituzione di un serio servizio di vigilanza all’ingresso degli uffici, che faccia al contempo da filtro e da deterrente per eventuali malintenzionati». All’ingresso del tribunale, nel 2014, sono stati sequestrati 1.392 coltelli e numerosi altri oggetti potenzialmente offensivi, «a dimostrazione che anche nella civilissima provincia di Bolzano tutto può accadere!»

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