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L’Areale di Bolzano è sempre più lontano: costi lievitati del 40 percento

Progetto vecchio: a dodici anni dal concorso vinto da Podrecca le cornici di finanziamento dovranno essere ripensate. Sfuma l’ipotesi dei fondi Pnrr. Dubbi sulla stazione bus interrata. Rfi in attesa che Comune e Provincia decidano il da farsi



BOLZANO. L’Areale è un orizzonte sempre più lontano.

Un dato? Eccolo: i suoi costi medi potranno aumentare del 40%. La forbice di spesa parte da un più 28% ma è il minimo. È sul massimo che servirebbe riposizionarsi. Chi lo dice? Rfi. Che spiega come i prezzi dei suoi interventi abbiano ora questo incremento medio, dovuto in particolare all'impennata delle materie prime. Soprattutto del ferro che è la componente essenziale dei cantieri di questo tipo.

La conseguenza di un simile scenario è che il più grande progetto infrastrutturale che mai Bolzano abbia visto dovrà essere quasi completamente ripensato.

Viviamo dunque uno stallo evidente nella progressione di una sua possibile realizzazione. Già un paio d'anni fa, quando la società Areale aveva incontrato i partner privati da impegnare nel cantiere, quello che aveva destato le maggiori perplessità era il conto economico non preventivato come flessibile delle bonifiche su terreni oggetto negli anni di bombardamenti e interramento di materiali di scarto della Zona. E si parlava solo di bonifica. Oggi emerge invece la concreta possibilità che i budget previsti per i lavori strutturali possano quasi raddoppiare. E la politica? Finora inerte. Almeno all'apparenza.

«A 12 anni di distanza dal concorso che aveva visto vincitore il progetto di Boris Podrecca - dice l'ex assessora all'urbanistica Chiara Pasquali - spero si possa ripartire stabilendo le invarianti al progetto in modo flessibile...»

Dunque, ripartire. Nel senso che le cornici di finanziamento dovranno essere ripensate alla luce di quanto è cambiato il mondo dalla fine degli anni Novanta, quando è stata avviato il processo realizzativo, ad oggi.

E ora la situazione è questa:

1) Dopo aver programmato all'inizio lo schema dello "sviluppatore" (si affida ad un privato la realizzazione in cambio di terreni), si è precipitosamente transitati a quest'altro schema: Rfi costruisce la stazione, sposta i binari con i soldi della Provincia, la quale riceve in cambio i terreni;

2) In un primo momento sembrava che i fondi per l'operazione ferroviaria giungessero dal Pnrr, ma questo scenario non starebbe più in piedi visti i tempi;

3) Di fronte all'incremento dei costi di cantiere, tra il 30 e il 40% minimo, Rfi dovrà investire di più sull'operazione: ce la farà la Provincia a riadattare il suo budget?;

4) In questo momento si sta tentando di capire se si potranno coprire gli incrementi dei costi con un ridimensionamento del progetto Podrecca nel suo insieme. Se cioè la stazione e tutto il resto così come previsto 12 anni fa possa essere modificato.

E qui iniziano i problemi. Perché rifare un progetto significa, in molti casi, ripartire quasi daccapo. E infatti, a margine del convegno alle Officine Fs sul riuso temporaneo di alcuni spazi dell'Areale stessa, c'è stato un incontro tra Antonello Martino, uno dei vertici di Rfi, e i funzionari del territorio. In particolare con Sta e il segretario generale del Comune, Antonio Travaglia. Ha chiesto loro: a che punto siete?

Da qui le perplessità. Anche se a livello politico nessuno, ne Arno Kompatscher né Renzo Caramaschi mettono in discussione la necessità di riavviare le operazioni. E parlano di accordo di programma. In realtà l'accordo c'è, è il programma che non sa da che parte andare. E infatti, a spiegare che le cose non possono tornare a correre subito, c'è la realtà del confronto in atto tra i tecnici: se fare la stazione così come prevista da Podrecca, se aggiungere sotto terra la stazione dei bus o lasciarla dov'è risparmiando moltissimo, se confermare la costruzione di quella sorta di cupola trasparente che connetteva le due cose, se, se...

Insomma, quello che è in atto ora sembra sia una completa ridiscussione dei contenuti stessi del progetto, i quali possono essere di volta in volta posti in discussione a seconda dei cambiamenti economici sul terreno. Perchè Rfi, sotto sotto, parla di inerzia? La ragione è semplice. Le Ferrovie dovrebbero costruire l'infrastruttura sì con i soldi della Provincia per poi cedere i terreni, ma è la Provincia col Comune che devono decidere le cornici progettuali.

Dire cioè a Rfi: si deve costruire la stazione in questo modo e non nell'altro. Non sarà facile. Perché i bilanci sono grami. E le prospettive forse peggio. Intanto, alle Officine Fs si discute di riuso di parte dell'area. Che sono solo 1,5 ettari, neanche un decimo. Oggi si occuperà quello spazio con iniziative anche ludiche e culturali. E questo è bene.

Ma c'è un ma. E non è legato solo alla proprietà, cioè a Rfi che si è detta disposta a consentire l'iniziativa. Il ma è del Comune, perché l'area interessata è il parcheggio Siberia, cioè l'unica ancora di salvezza quando Bolzano è invasa dal traffico. E anche dai bus del mercatino. Dunque, bene qualche giorno, ha detto in sostanza l'assessore Stefano Fattor, ma non sognatevi di impegnare lo spazio troppo a lungo. Se no la città non avrà neppure quel po’ di ossigeno quando soffocherà di traffico. P.CA.













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