L’Hgv: servono ristori per gastronomia, alberghi e commercio

Bolzano. L’altra sera il Consiglio dei ministri a Roma ha stabilito un ulteriore scostamento di bilancio pari a circa 32 miliardi di euro. L’Unione albergatori e pubblici esercenti (Hgv) accoglie con...



Bolzano. L’altra sera il Consiglio dei ministri a Roma ha stabilito un ulteriore scostamento di bilancio pari a circa 32 miliardi di euro. L’Unione albergatori e pubblici esercenti (Hgv) accoglie con favore questa decisione e spera che anche il Parlamento approvi questo nuovo scostamento. Una parte dei mezzi finanziari supplementari è urgentemente necessaria per ulteriori ristori al settore gastronomico, turistico alberghiero e al commercio. È necessario inoltre un aiuto da parte dell’Alto Adige, sottolinea l’Hgv. Insieme alle associazioni nazionali Federalberghi e Confcommercio, l’Hgv richiede la messa a disposizione di un a parte consistente degli aiuti promessi al settore gastronomico, turistico alberghiero e al commercio, che sono state particolarmente colpite dalla pandemia. «Altrimenti l’Italia mette a rischio uno dei settori centrali dell’economia nazionale e ci vorranno anni per riprendersi», afferma il presidente dell’Hgv, Manfred Pinzger, che è anche vicepresidente di Federalberghi e Confcommercio. Di fatto è che numerose strutture alberghiere non hanno ricevuto un centesimo dagli aiuti messi a disposizione fin adesso perché come punto di riferimento è stato preso il mese di aprile 2019 per la perdita di fatturato. In questo periodo molte strutture ricettive in Alto Adige erano già chiuse o la stagione primaverile non era ancora pienamente iniziata. Pertanto, l’Hgv sostiene anche che per la valutazione della perdita di fatturato si debba utilizzare un periodo di riferimento diverso. Inoltre, i nuovi ristori devono sostenere anche i lavoratori stagionali del turismo che attualmente non hanno più diritto alle indennità di disoccupazione statali.

Infine, l’Hgv è convinto che sia necessario un forte sostegno a favore del settore gastronomico e turistico alberghiero a livello provinciale. In considerazione della mancata apertura della stagione invernale, i 32 miliardi di euro a livello statale destinati anche a finanziare le spese sanitarie sostenute, l’acquisto di vaccini e molte altre misure, non sono sufficienti a sostenere i settori maggiormente colpiti dalla pandemia e i loro dipendenti, conclude l’Unione albergatori.













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