caso twenty

L’Unione stoppa l’Aspiag: «No ad un altro megastore» 

Il presidente Moser: «No ad una nuova gara: un ulteriore centro distruggerebbe il commercio di vicinato» In Alto Adige 1,93 metri quadrati di superficie commerciale per abitante: è la più alta anche di Austria e Germania


antonella mattioli


BOLZANO. «Un gigantesco pasticcio dal quale Provincia e Comune, che 10 anni fa hanno rilasciato le licenze, non sanno più come uscirne: ecco cos’è il caso Twenty. Ciò che è certo è che non sarà il commercio di vicinato di Bolzano e dei paesi limitrofi a pagare le conseguenze del compromesso proposto da Aspiag. Ma si può prevedere fin d’ora che il conto alla fine per Comune e Provincia sarà molto salato: temo che dovranno pagare milioni di euro di risarcimento danni». Philipp Moser, presidente dell’Unione commercio, scende in campo per stoppare la proposta di compromesso lanciata da Diego Andolfato, amministratore delegato in Ses (Spa European Shoppingcenters, società del gruppo Spar che si occupa di centri commerciali).

Presidente, la proposta di Aspiag punta a chiudere senza troppi danni la vicenda: il gruppo ritira tutti i ricorsi e in cambio ottiene il via libera alla realizzazione di un parco commerciale in zona produttiva.

Capisco Aspiag che, data la situazione, gioca le sue carte. Ma è ora di finirla con speculazioni, concessioni, giochini per ottenere altre superfici commerciali in zona produttiva. Già la nuova gara pensata dalla Provincia per uscire dall’impasse è assurda. Figuriamoci lo scambio, quale soluzione di compromesso proposto dall’Aspiag, come possibile via d’uscita.

La Provincia comunque, piaccia o no, per dare attuazione alle sentenze ha individuato come unica soluzione l’indizione di una gara - con dieci anni di ritardo - per trovare il sito ideale per il centro commerciale provinciale.

Lo ripeto: non ha senso fare oggi una gara, perché in questi dieci anni la situazione è profondamente cambiata. Oltre al Twenty, a breve aprirà il centro commerciale di Benko in via Alto Adige; inoltre a Lagundo c’è Algo. In questa situazione - con la gente che ha sempre meno soldi - c’è bisogno di un ulteriore centro commerciale?

In quanto presidente dell’Unione lei difende i commercianti del centro storico.

Io difendo il commercio di vicinato; non solo quello del centro storico. Un nuovo centro commerciale distruggerebbe i piccoli negozi che ancora sopravvivono in mezzo a mille difficoltà nei quartieri; e decreterebbe la fine di quelli dei centri limitrofi, come Laives, Bassa Atesina, Oltradige. Abbiamo una legge provinciale chiara: in zona produttiva non si può fare commercio al dettaglio. La Provincia non pensi dunque di autorizzare ulteriori superfici commerciali.

Perché altrimenti?

Eventuali soluzioni di compromesso, che bypassino la legge, l’Unione le impugnerà immediatamente. Del resto, al di là della legge, anche il buonsenso sconsiglia di autorizzare nuovi spazi commerciali. Basta guardare i numeri.

I numeri cosa dicono?

Che in Alto Adige abbiamo la superficie commerciale per abitante più alta d’Italia e d’Europa.

Possibile?

È sicuro. Non lo dico io; lo dicono i numeri. L’Alto Adige già oggi ha 1,93 metri quadrati di superficie commerciale per abitante contro una media italiana di 1,03. La media altoatesina è addirittura più elevata anche di quella austriaca (1,65 mq per abitante) e germanica (1,44 mq per abitante). E poi negli ultimi anni sono stati realizzati altri centri commerciali come, per esempio, a Lagundo o il WaltherPark in fase di costruzione a Bolzano.

E parlando specificatamente del capoluogo la situazione com’è?

Solo a Bolzano già oggi il numero di locali sfitti è impressionante: a marzo di quest’anno risultano vuoti 211 immobili produttivi al piano terra, utilizzabili per il settore commercio, gastronomia e servizi. La maggior parte concentrata (93) nel quartiere Europa – Novacella – Casanova, seguito dal Centro storico (58). Si tratta di un totale di 14.073 metri quadrati. I numeri dimostrano che l’idea di realizzare nuove e ulteriori superfici commerciali è assolutamente superata.

Scusi, ma come si esce da questa vicenda, se non trovando un compromesso?

Il pasticcio è tale che non se ne esce. Sicuramente non autorizzando l’apertura di ulteriori megastore.

E quindi?

Comune e Provincia alla fine dovranno risarcire con milioni di euro - che pagheremo noi come cittadini - Aspiag e il gruppo Tosolini che si ritengono danneggiati per non aver avuto la possibilità di aprire un centro commerciale; ma presenterà il conto anche il gruppo Podini, nel momento in cui dovesse chiudere o addirittura abbattere la parte ampliata del Twenty, visto che l’ha fatta sulle base delle licenze ottenute da Provincia e Comune.

 













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