La Fase due in tribunale non è iniziata 

Il palazzo di giustizia resta sottoposto a limitazioni di accesso che parte degli avvocati contestano. Le norme restano rigide Anche i legali sono costretti a prenotare gli ingressi ad un numero verde con prenotazione. E i magistrati chiedono più personale ausiliario


Mario Bertoldi


Bolzano. I tribunali del distretto giudiziario del Trentino Alto Adige (Bolzano, Trento e Rovereto) continuano ad essere soggetti a forti limitazioni di accesso in conseguenze dell’emergenza sanitaria ancora non superata. Ma mentre in tutti i settori economici si è cercato di agevolare la ripresa dell’attività, pur nel rispetto delle norme di sicurezza (in particolare distanziamento sociale e uso delle mascherine) i palazzi di giustizia continuano ad essere considerati una sorta di “torre d’avorio” inviolabile in nome della sicurezza sanitaria. Non solo non sono più ammessi i cittadini ma anche gli stessi avvocati sono soggetti ad un protocollo che, almeno per quanto riguarda il tribunale di Bolzano, prevede la necessità di prenotare ad un numero verde il proprio accesso fisico ad un ufficio giudiziario che, di volta in volta, viene valutato. Anche gli avvocati, magari per il semplice deposito di un atto processuale, debbono seguire un complesso iter di prenotazione con autorizzazione ad entrare in un determinato giorno ad una determinata ora. Attualmente le linee guida in regione sono dettate dal presidente della Corte d’appello e dal procuratore generale con i presidenti dei singoli tribunali e dei procuratori della Repubblica che possono adattare localmente le disposizioni generali. Sulla carta le limitazioni sono generali, in realtà occorrerebbe adattarle anche in considerazione delle strutture dei singoli edifici. Il tribunale di Bolzano, ad esempio, è tra i più grandi d’Italia ma attualmente il limite di accesso contemporaneo è fissato a dieci persone. Le udienze con presenza fisica di magistrati, avvocati e parti private devono essere di volta in volta autorizzate dalla presidente Elsa Vesco perchè l’obiettivo, in questo momento, è di riuscire a svolgere buona parte dell’attività giudiziaria non rinviabile attraverso udienze in remoto, cioè in collegamento audio video su rete internet in via telematica. Una modalità che gli avvocati considerano penalizzante per i diritti di difesa del singolo imputato, soprattutto in sede penale. La situazione sta provocando reazioni di insofferenza da parte di diversi avvocati anche perchè la normativa appare eccessivamente rigida a fronte della revoca di molte limitazioni che sta caratterizzando la ripresa di tutte le attività. In realtà non è ben chiaro perchè un cittadino possa entrare ad esempio in un supermercato (nel rispetto di tutte le normative di sicurezza per sè e per il personale in servizio) e si continui a pensare che sia estremamente rischioso recarsi in un ufficio giudiziario o svolgere un’udienza, tra il resto in strutture del tribunale di Bolzano molto ampie. «La situazione è anche un po’ umiliante per un professionista - spiega l’avvocato Franco Biasi, presidente dell’Ordine forense altoatesino - lo sappiamo anche noi che bisogna agire con buon senso, che è necessario tenere le distanze, evitare assembramenti ed usare le mascherine. Pensiamo sia giunto il momento di attivarsi, allargando il numero degli accessi avendo più possibilità di manovra. Non dimenticando che gli avvocati sono gli intermediari della tutela dei diritti dei cittadini». Ieri l’Associazione nazionale magistrati in un comunicato prende atto che «la situazione sanitaria è in evoluzione». «Nella consapevolezza che ogni misura organizzativa è senz’altro migliorabile - si legge nella nota - si auspica ove possibile la più ampia collaborazione da parte dell’Avvocatura per celebrare i giudizi anche con modalità da remoto». Nel documento si dà atto che gli uffici del distretto sono dotati di sufficienti spazi (quali ad esempio l’aula della corte d’assise di Bolzano) per trattare i processi nei quali è necessaria la presenza fisica di difensori e parti ma si sottolinea «come sia imprescindibile che le istituzioni locali compiano un maggiore sforzo per garantire la necessaria dotazione di personale amministrativo presso gli uffici giudiziari, stante il drammatico livello di scopertura esistente».













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