La storia

La laurea non garantisce un lavoro: e due fratelli aprono un bar 

Giulia Cestari sta per finire Filosofia, Andrea vuole studiare a lungo. Così comincia l’avventura in via Dante. La mamma è la prima sostenitrice: «Altro che “bamboccioni”, i giovani oggi si danno da fare»



BOLZANO. Giulia Cestari ha trent’anni. Sta per conseguire la laurea magistrale in Filosofia, a Trento, ma guardandosi intorno non vede grandi opportunità lavorative. Suo fratello, Andrea, è un laureando della triennale in Ingegneria meccanica alla Lub e ha intenzione di passare ancora tanto tempo a studiare. Nel frattempo Gianni Marchi e Patrizia Mazzier hanno lasciato il loro amato Londra Cafè dopo 25 anni di gestione. Perché non prendere in mano il bar di via Dante, dargli un nuovo aspetto e da ritrovo di sportivi renderlo un locale pensato per una clientela di studenti e professori?

Nei giorni scorsi l’inaugurazione. Il nuovo Londra Cafè scintilla di marmo di Lasa e lampadari di cristallo. Pareti azzurre, poltroncine color ottano, i tavolini nel déhor e nella piccola corte interna del palazzo ex Incis. Aria di festa, l’entusiasmo di un nuovo inizio, gli amici si accomodano ai tavolini con uno spritz e una brioche salata.

La loro madre è raggiante. Partecipe delle difficoltà di sua figlia Giulia, ha deciso di sostenerla nell’avventura del Londra Cafè. «I miei figli – dice – sono bravi ragazzi e soprattutto ragazzi bravi. In gamba, studiosi, beneducati. Sa, tutta la retorica sui “bamboccioni”, sui giovani svogliati? Macché. I giovani hanno voglia e bisogno di lavorare. Serve un cambiamento di rotta».

Fa riferimento alla retorica dei giovani «choosy», quella che relega tutti «i giovani» nel limbo di una nullafacenza voluta. Vale per le possibilità di studiare e di acquistare una casa, soprattutto. Sarebbe bello poter credere che chiunque possa farcela soltanto con le proprie forze. «Se vuoi puoi», dicono così gli slogan della società della performance. Ma il mercato del lavoro è saturo e il costo della vita alle stelle, così chi può dà una mano ai figli.

Loro sono felicissimi. Andrea Cestari ha 22 anni e dal settembre scorso insegna al Galilei, la mattina e la sera, mentre completa la triennale, scrive un romanzo storico e progetta di proseguire con Ingegneria energetica (sempre alla Lub) e più avanti con Storia, la sua grande passione. I suoi ex compagni delle Iti sono seduti a un tavolino con uno dei professori. C’è chi studia Ingegneria, chi lavora alla Memc, chi è in Terna.

Dietro il bancone, Giulia Cestari spiega di aver cercato a lungo un impiego. Ma è tornata sempre al punto di partenza: «Sembra che tutti cerchino tecnici o informatici, anche se a ben vedere le applicazioni della filosofia sarebbero infinite. Una volta un gruppo di tecnici Rfi aveva fatto visita alla scuola di mio fratello. Tra loro c’era anche un laureato in Filosofia». A questo punto, perché non dare a questo locale così ameno e così vicino all’università una connotazione culturale, con incontri filosofici e scambio di libri? «Sarebbe interessante, molto», sorride lei.

Già la madre promette esposizioni di opere d’arte, a cominciare dai quadri di un amico che presto abbelliranno le pareti del Londra Cafè. E mentre varca il bel portoncino verde pensa alla Sovrintendenza ai beni culturali: «Ringrazio di cuore l’architetto Luigi Scolari con tutto l’Ufficio beni architettonici». S.M.













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