«La mobilità è divisiva Sarò prudente, ogni scelta sarà collettiva» 

La nuova giunta. L’esponente del Pd: «Il ticket di ingresso? Impensabile come imposizione»


Francesca Gonzato


Bolzano. Non è arrivata l’urbanistica, l’obiettivo per cui ha deciso la candidatura. Burrascosa la ripresa dei rapporti con la Svp. Capitoli da chiudere. Stefano Fattor (56 anni) è entrato in giunta, ha accettato le deleghe che ha disegnato per lui il sindaco Caramaschi. Ex esponente dei Verdi, si è avvicinato al Pd da diversi anni. L’architetto, già assessore all’ambiente (2000-2005) e presidente di CasaClima ed EcoCenter, si è profilato come una delle sorprese delle elezioni. Con 520 preferenze risulta il più votato del Pd e il secondo in assoluto dopo la neo collega assessora Johanna Ranmoser (candidati sindaci esclusi). Il suo assessorato si occuperà di mobilità, patrimonio, estimo ed espropri, appalti e contratti, edilizia abitativa comunale e rapporti con l’Ipes. Qui racconta come intende entrare nel nuovo incarico. L’approccio sarà prudente, anticipa. Può essere una sorpresa per chi ne conosce il temperamento. Le ragioni riguardano anche la sua prima esperienza, rivela.

Lei entra nell’assessorato alla mobilità, ricevendo il testimone da Maria Laura Lorenzini (Verdi). Non fa mistero che la «sua» delega avrebbe dovuto essere l’urbanistica.

Mobilità e patrimonio sono materie nuove per me, mi sono sempre mosso in altri ambiti, sia come assessore che come tecnico. Mi servirà un po’ di tempo per capire quale potrà essere il mio valore aggiunto in questi ambiti. Ho un metodo di lavoro, che porterò con me. È una situazione interessante, anche se la mobilità è una competenza che non avrei voluto.

Perché no, accantonando per un attimo il tema dell’urbanistica mancata?

È una materia divisiva nella città. Qualsiasi cosa tu faccia, ci sarà sempre qualcuno che si considera penalizzato. Venti anni fa, come assessore all’Ambiente, mi occupai delle prima limitazioni al traffico per i mezzi Euro zero. Dovetti acquistare un garage, perché mi trovai l’auto con le gomme tagliate. E poi le lettere di insulti e le telefonate anonime nel cuore della notte. Mia moglie all’epoca era incinta. Non è stato divertente.

E quindi?

Approccerò la materia con un certo tatto. Mi muoverò cercando la massima condivisione possibile, e intendo all’interno della giunta, della maggioranza, per arrivare alle commissioni, che sono luoghi di discussione sempre produttivi. Quando le opposizioni portano spunti interessanti, è utile ascoltarle.

L’assessora Lorenzini era convinta che il Comune sarebbe arrivato a varare il ticket di ingresso. La Svp non ne vuole neppure sentire parlare. Nel programma di coalizione non è previsto. Lei cosa ne pensa?

Se il ticket arriverà, sarà solo come esito di un percorso. Non condivido assolutamente uno scenario di ticket calato dal Comune come una imposizione. E non è detto che serva. Ciò che serve fortemente sono invece i portali elettrici agli ingressi della città, installazioni fondamentali per la raccolta dei dati, la gestione dei parcheggi e la comunicazione di eventuali misure.

Lei dovrà portare in consiglio comunale l’aggiornamento del Pums, il Piano della mobilità sostenibile.

L’ho riletto, sì, c’è un aggiornamento in corso. Vorrei capire bene alcune scelte, che probabilmente andranno riviste.

L’amministrazione aveva scommesso sul tram, perdendo clamorosamente il referendum.

È l’esempio giusto. Bisogna avere le idee chiare sugli obiettivi, sedimentandoli in maggioranza. Bisogna sapere bene a cosa miri un Pums. Leggendo l’attuale documento non mi è chiarissimo. Dire di più ora sarebbe insensato.

Sulle ciclabili avanti invece con furore, giusto?

Uno dei miei vanti è di essere stato tra coloro che hanno avuto l’intuizione giusta sulle ciclabili, di cui avevo la competenza, mentre la mobilità era seguita da Elmar Pichler Rolle. A inizio del mandato avevamo 17 chilometri di ciclabili, diventati 48 chilometri cinque anni dopo. Ce la facemmo grazie alla legge Tognoli, che garantiva un posto auto interrato per ogni posto cancellato in superficie. È un principio di compensazione in cui mi riconosco ancora.

La sua competenza sull’edilizia abitativa comprende anche i rapporti con l’Ipes. Come la intende?

Un interfaccia con l’Ipes è fondamentale in una città con costi della casa proibitivi. Ritengo che le strategie dell’istituto nel nostro territorio debbano essere concordate con il Comune. Ma la collaborazione, ripeto, è fondamentale su tutti i livelli, dalla pianificazione urbanistica al piano del traffico. In giro per l’Italia le giunte cadono su questi due argomenti. È necessario impostare da subito un percorso condiviso.

Gli inizi non sono andati benissimo: durante la trattativa sulla delega all’urbanistica, garantita da Caramaschi a Walcher, lei ha attaccato la Svp comunale, accusandola di fatto di essere schiacciata dalla componente dei contadini. È mancato poco che saltasse tutto.

Sono sempre stato un tecnico, mi rendo conto che a questo punto ho assunto un ruolo politico, con cui devo imparare a convivere.

E quindi piena collaborazione con Walcher?

È quello che ho detto. Tutta la maggioranza si dovrà confrontare sulle scelte, con la regia di Caramaschi. Anche sull’Areale ferroviario, è inimmaginabile pensare a un solo assessore che lavori nel chiuso del proprio ufficio. Per la mia parte, io garantisco questo approccio di percorso condiviso.

L’hanno chiusa in uno stanzino per ammorbidire il suo carattere? Ne è uscito un Fattor tutto moderazione.

Nello stanzino mi ci sono chiuso da solo.

Caramaschi aveva pensato per lei ad una delega ad hoc sull’Areale, come compensazione della mancata urbanistica. Alla fine sarà direttamente il sindaco il regista dell’operazione nei rapporti con la Provincia. A ben guardare però l’assessorato al Patrimonio sarà in prima linea. E infatti il Pd ha insistito per questa casella.

L’Areale sarà gestito dagli assessorati al Patrimonio e all’Urbanistica, con la regia del sindaco. Il Patrimonio rappresenta il cuore dei grandi processi di trasformazione della città.

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