La prof Montanari lascia il Conservatorio dopo 43 anni al piano 

Una lunga carriera. In pensione la docente “simbolo” del Monteverdi. I messaggi degli allievi



Bolzano. Ha respirato l'aria del conservatorio per più di 50 anni. Quarantatré da docente. E, prima ancora, dieci e più da allieva. Adriana Montanari è cresciuta col e nel Monteverdi. Da bambina a donna. «Ora ci lascia. Ma obtorto collo» ha scritto di lei Giacomo Fornari, il mozartianissimo direttore, alla notizia della quiescenza. Lo fa a 65 anni. Età giovanissima per una pianista. Fornari ha poi aggiunto: «Anche per censo storico rappresenta la noblesse della storia del nostro conservatorio». Il “censo” è presto detto: suo papà era Nunzio Montanari. Pianista e compositore, è stato uno dei padri fondatori del Monteverdi. Figura quasi mitica, componente dell’altrettanto storico Trio di Bolzano, con Antonio Valisi e Giannino Carpi. Proprio la figlia di quest'ultimo, Vea, le ha scritto: «Mi sembra impossibile, cara Adriana, che si passato tanto tempo». E poi, con una lama di amarezza: «Ti capisco ma non stare male, non rimpiangere una scuola che non è più la nostra e ricorda soltanto “quel” conservatorio e dei musicisti...». Ma che non ha perso poi tanto smalto, con il passo lieve ma rigorosissimo di Adriana Montanari. Un allievo l’ha infatti omaggiata così, in una lettera inviatale in questi giorni: «Lei su di me ha fatto miracoli», firmato Giulio Gerloni. Arte e vita si sono sempre fuse nel lavoro di docente di una “prof” che non ha certo lesinato in rigore, pur condito con una aristocratica leggerezza di tratto. Amata, certo. E vista anche con un occhio senza paramenti e perifrasi. Ecco infatti cosa le ha mandato a dire Ginevra Zulian, altra sua allieva: «Cavoli... mi trovavo troppo bene con te!». Un bellissimo saluto, hanno commentato in famiglia. «Forse uno dei migliori» ha sussurrato Adriana. «Attraverso di lei - ha scritto Francesco Marchioro - con la passione e il lavoro di affinamento è stato possibile raggiungere quell’essenziale che non solo agli occhi, attenti alle partiture, ma anche all'udito, teso alla perfezione, può sfuggire».

Adriana Montanari, docente di pianoforte principale, è una maestra che in oltre quarant'anni di insegnamento e dieci di studio nel medesimo conservatorio rappresenta un modello per l’attività formativa e una memoria storica della vita musicale del Monteverdi. In lei, hanno detto molti critici, «esisteva una totale assenza di narcisismo». Tutto invece era teso alla cura del testo musicale, alla perfezione dell'esecuzione. All’attenzione e alla preparazione all'insegnamento. Una sua lezione come una composizione. In tutti i suoi anni in piazza Domenicani, fin da ragazzina, Adriana Montanari è stata la testimone, come e dopo il papà, di una presenza culturale unica per Bolzano. Un luogo dove si è formata una vera élite musicale, una classe dirigente di orchestrali senza eguali. Una istituzione da cui sono passati nomi illustri, da Benedetti Michelangeli ai contemporanei. Palestra di formazione e di esecuzione, dalle aule alla grande sala del Busoni. Nata a Bolzano, Adriana Montanari ha studiato al conservatorio con Maria Cristina Mochovich, altra illustre figura di insegnante e musicista, e si è diplomata con la lode. Ha vinto ed ha partecipato ad innumerevoli concorsi pianistici, effettuato registrazioni televisive e ha svolto una intensa attività concertistica . Come detto, dal 1978 è stata docente al Monteverdi, perfezionandosi infine con i corsi di Nunzio Montanari e del maestro Luciano Gante. Ha poi collaborato alla pubblicazione di opere didattiche (“Mani sull’avorio” in sei volumi) di tecnica pianistica. ( p.ca.)















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