La scuola bolzanina piange Carmela Lanzillotta 

Il lutto. Insegnante di tedesco alle medie Alpi, s’è spenta a soli 43 anni per le complicazioni di un banale intervento. La dirigente: «L’aula docenti non sarà più la stessa senza di lei»



Bolzano. Sgomento. Incredulità. Dolore. La notizia della scomparsa a soli 43 anni di Carmela Lanzillotta, da circa cinque anni insegnante di tedesco alle scuole medie “Ilaria Alpi”, dell’Istituto comprensivo Bolzano 1, s’è abbattuta sui suoi colleghi, sugli studenti e genitori come un fulmine a ciel sereno. Carmela se n’è andata per complicazioni dopo un intervento chirurgico che avrebbe dovuto essere quasi di routine, lasciando nella disperazione il marito e i due figli in tenera età. Nata in Svizzera da una famiglia calabrese, Carmela aveva completato gli studi e poi era tornata in Italia e, in Alto Adige, arrivata per insegnare tedesco. «Era un bellissimo connubio tra la vitalità del sud Italia e la precisione svizzera – la ricorda con un filo di voce Sabine Giunta, che di Bolzano 1 è dirigente – Era “diversamente nordica”. Aveva un grande senso della disciplina e del dovere, insieme a un grandissimo senso di generosità e disponibilità. La sua energia vitale era impressionante ed era il motivo perché i ragazzi la riconoscevano come persona autorevole e l’amavano. Sapeva quando essere severa, quando scherzare e quando sdrammatizzare. E così era anche con i colleghi. Quando torneremo a scuola – prosegue a fatica – l’aula docenti non sarà più la stessa. Quando entrava salutava tutti, ci chiedeva sempre come stavamo, solare e gioiosa. Era anche testarda e sapeva difendere le sue posizioni, ma non era mai sgradevole, sapeva sempre smussare, conciliare e trovare il compromesso. E poi, amavo tantissimo la sua capacità di essere ironia e autoironica, sapeva sempre fare la battuta nel momento giusto, ma quando c’era da lavorare era una guerriera. Preparatissima, amava le lingue, amava insegnare, amava i ragazzi e le ragazze. La guardavo – conclude – e mi sentivo fortunatissima di avere un’insegnante come lei. Era la personificazione di ciò che ho sempre desiderato di avere nella mia scuola: il suo sentire, la sua capacità mentale e la leggerezza dell’animo. La sentivo vicina e indispensabile. Eravamo in completa sintonia».













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