Tecnologia

Laboratori e robot, il futuro delle imprese è al Techpark 

Quattro nuovi “incubatori” dell’Università di Bolzano: la meccatronica e le tecnologie più avanzate al servizio dell’innovazione in agricoltura, edilizia e bioenergia


Paolo Campostrini


BOLZANO. L’Università sfonda i confini urbani della Zona e conquista ulteriori territori a Bolzano sud, ben oltre gli antichi insediamenti industriali su cui è sorto il Noi.

Perché è nell’ultima area di espansione del Techpark, verso l’aeroporto, che l’ateneo ha aperto i suoi nuovi laboratori. Secondo una logica di insediamento chiarita dallo stesso rettore: «Il territorio spiega le sue esigenze e noi proviamo a soddisfarle - ha detto l'altro giorno Paolo Lugli all’inaugurazione - coordinando la ricerca e studiando nuovi supporti accademici con quello che risulta più funzionale al nostro sistema economico».

In questo caso, si comprende subito la strategia che sottende anche l’ultima operazione: sono arrivati infatti il laboratorio di innovazione agroforestale, quello di robotica per le attività agricole all’aperto, la termofluodinamica e quello per la produzione energetica da biomasse.

Per entrare nel pratico: i robot del First lab elaborerà attrezzature mobili per operare sui terreni tipici dell’Alto Adige, pendii, meleti, serre, laghi e fiumi.

«Siamo nel campo della meccatronica - ha aggiunto Renato Vidoni, a capo del nuovo laboratorio - e dell’ingegneria agro forestale. Sono tecnologie che aiuteranno le aziende sul piano del monitoraggio, della raccolta e dell’ispezione».

Insomma, dove non arriva l’uomo arriva il robot. In diretta dal Noi. Come pure le innovazioni del professor Fabrizio Mazzetto agevoleranno lo studio e l’impiego dei fitofarmaci nei frutteti, la Smart agricolture che implementa soluzioni tecnologiche relative all’automazione nei processi agrari. I contadini chiedono, la Lub risponde.

«E prova a farlo - ha spiegato Günther Mathà il direttore di Unibz - coordinando le sue sfere di intervento, mettendo in connessione conoscenze e studi già in suo possesso con le nuove frontiere della ricerca».

Frontiere che tocca anche il laboratorio di termofluodinamica. Affiancando le pubbliche amministrazioni e le aziende per ottimizzare la produzione di energia elettrica, in questo caso idroelettrica, anche alla luce dei cambiamenti climatici, sperimentando turbine innovative oppure progetti sperimentali per il contenimento del dissesto idrogeologico.

Su un fonte anch’esso di attenzione alla sostenibilità complessiva anche il laboratorio di bioenergia: «I ricercatori sono impegnati - ha spiegato Marco Baratieri che lo dirige - sia nelle tecnologie tradizionali di combustione sia nei processi innovativi. I metodi sperimentali si rivolgono allo sviluppo di impianti dedicati alla generazione combinata di elettricità e calore oltre alla produzione di biocombustibili ad idrogeno».

L’orizzonte è quello di accompagnare il sistema produttivo altoatesino nel territori della transizione energetica. Ma senza lasciare soli e privi di bussola gli operatori, ma portando sul terreno le ultime frontiere della tecnologia.

«Giorno dopo giorno - ha commentato Ulrich Stofner, a capo degli uffici innovazione della Provincia - il Techpark individua sempre più lucidamente la sua mission, che è quella di affiancare le imprese nella loro capacità di stare sul mercato , di accrescere la propria competitività».

Niente cattedrali nel deserto quindi, ma insediamenti preceduti da un attento monitoraggio delle reali esigenze del sistema produttivo. Seguendolo poi nelle sue caratteristiche specifiche, in questo caso la tecnologia sostenibile e la produzione agricola e energetica in terreni particolari e ricchi di problematiche.













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