Le Guide Alpine: «Lasciateci continuare a sciare fuoripista» 

L’appello alla Provincia. Si teme un nuovo lockdown con divieto di spostamento al di fuori dei confini comunali «Utile alla mente e al corpo». Boom di praticanti, «molti sono preparati». In forte crescita la richiesta di corsi per i neofiti


Davide Pasquali


Bolzano. «Continuate a lasciarci andare in montagna, anche uscendo dai Comuni di residenza», questo l’accorato appello lanciato ieri dalle guide alpine altoatesine. «Servirà al fisico e alla mente. Le regole anti Covid si rispetteranno e la gente sarà meno concentrata in pochi posti».

Impianti chiusi e così in tanti, pur di sfogarsi, in queste settimane di un autunno prima e un inverno poi davvero spettacolari quanto a neve abbondante e temperature rigide come non si vedevano da tempo immemorabile, si stanno dando a scialpinismo, discese fuoripista dopo aver risalito con le pelli piste da discesa comunque spesso battute ed escursioni con le racchette da neve nella natura silenziosa. Un fatto assai positivo, per il mondo che ruota attorno alla montagna non meccanizzata. Certo, non manca chi è impreparato ad affrontare l’ambiente non addomesticato, ma l’inverno 2020/2021 sta portando con sé novità importanti da valutare attentamente anche per il futuro: i praticanti sono sempre di più, anche perché molti si sono accorti di una natura intonsa che prima non consideravano; chi produce noleggia e/o vende attrezzatura riesce almeno a sopravvivere in questo momento difficile per tutti; mentre risulta elevata la richiesta di corsi da parte dei neofiti: c’è addirittura chi si piglia la guida da solo, per farsi accompagnare nella sua prima o nelle sue prime gite in neve fresca. Ma questo a chi vive di alta montagna non basta mica. Perché mancano i turisti da altre regioni, niente stranieri, figurarsi i facoltosi appassionati americani o canadesi, e ora incombe pure lo spauracchio di un nuovo lockdown stretto.

In caso di un eventuale nuovo lockdown il Collegio provinciale delle guide alpine sciatori nella giornata di ieri ha chiesto alla politica provinciale che il libero accesso alla natura e alla montagna venga preservato, anche oltre i confini comunali. «Naturalmente tutti devono poi agire all’interno delle misure anti-Covid», sottolinea il presidente delle guide alpine altoatesine, Kurt Walde.

«La nostra natura e le montagne fanno parte della nostra identità e innumerevoli altoatesini le utilizzano per ricaricare le loro batterie fisiche e mentali», dice ancora Walde.

Questo è tanto più vero in tempi di libertà limitate, poiché è proprio l’attività fisica all’aperto che aiuta a ridurre la sensazione di essere confinati e quindi anche la pressione psicologica. Inoltre si dovrebbe considerare una logica semplice, spiega oltre il presidente Walde: quanto più sono concentrati gli spazi in cui le persone possono muoversi, tanto più alto è il rischio di infezione.

Anche per questo, in seguito ad un eventuale inasprimento del lockdown, il libero accesso alla natura e alle montagne dovrebbe essere preservato, anche oltre i confini comunali. «Ognuno è poi naturalmente tenuto a rispettare le misure di protezione, a muoversi in sicurezza, a mantenere le distanze necessarie e ad evitare assembramenti», spiega il presidente delle guide alpine della provincia, che in questo contesto considera necessaria anche l’informazione e la sensibilizzazione: «Chi parte per un’escursione o arriva in vetta e ci trova già altri alpinisti deve mantenere le distanze». Con il necessario senso di responsabilità, la probabilità di infezione in natura è piccola, dice ancora Walde: «Per questo non parliamo tanto come guide alpine, ma piuttosto come cittadini, alpinisti, amanti della natura e persone di famiglia quando ci appelliamo alla giunta provinciale: per favore, non toglieteci il nostro sport o la possibilità di essere fisicamente attivi all’aperto!»

Non è solo una questione di sopravvivenza professionale, spiega infine Walde. «Chi non è preparato, può affidarsi alle 220 guide altoatesine, ma può anche fare affidamento sul Cai o sull’Alpenverein. Ci si può anche affidare ad amici o conoscenti esperti. L’altro giorno ho incontrato una cordata di quattro quindicenni. Si vedeva dall’attrezzatura, dai modelli, che l’avevano ereditata dai genitori. Ma si capiva che erano stati istruiti a dovere». È questo lo spirito giusto: sfogarsi nella natura, ma cum grano salis. Perché, come ha sottolineato il Cai nazionale in un recente video postato sui social, gli ospedali sono già abbastanza sotto pressione. Evitiamo di affollarli ulteriormente.













Altre notizie

Riscaldamento

A Bolzano si potrà riscaldare fino al 26 aprile

Il sindaco Renzo Caramaschi, considerate le previsioni meteo che anche per la prossima settimana indicano temperature al di sotto della media, ha autorizzato la proroga del funzionamento degli impianti di riscaldamento fino a venerdì 26 aprile.

Attualità