Le lezioni a distanza: sessanta classi virtuali e pc in dono ai ragazzi 

La solidarietà. Il Gruppo sostenibilità digitale Alto Adige e l’Associazione Linux Bolzano: «Scuole non tutte attrezzate. E non tutti gli alunni hanno un computer. Siamo in grado di aiutarli» L’appello a enti e imprese: «Donateci i vostri vecchi pc, messi a nuovo li consegneremo a casa»


Davide Pasquali


Bolzano. Lezioni a distanza, non tutti sono attrezzati e non dappertutto si è riusciti a decollare. Ora arriva un gran bell’esempio di solidarietà da parte di due associazioni altoatesine per permettere alle scuole di accedere a un sistema di videoconferenza libero e gratuito e alle famiglie di poter avere pc in donazione. L’invito va ad enti, privati e aziende: mettano a disposizione i loro pc obsoleti; poi gli esperti di Fuss li rigenereranno con software libero e li distribuiranno agli alunni privi di un pc a casa loro. Inoltre, siccome non tutte le scuole sono riuscite a partire, sempre Fuss mette a disposizione da subito 60 aule virtuali per tenere lezioni in videoconferenza. Se in tanti doneranno pc inutilizzati, se ne potranno mettere a disposizione di più.

Spiega uno dei volontari, Paolo Dongilli: «In questo periodo in cui le scuole sono chiuse e si è avviata la didattica a distanza, non sono pochi gli studenti che a casa non dispongono di pc. È possibile pensare a una soluzione economica che possa andare incontro alle esigenze di molte famiglie per eliminare questa barriera digitale e permettere la piena integrazione dei loro figli nella didattica d'emergenza? I momenti di emergenza ci ricordano che il cambiamento necessario ad affrontare la situazione non si può improvvisare ma debba essere progettato, realizzato e sperimentato in un ampio arco temporale».

Le scuole in lingua Italiana dell'Alto Adige, con il progetto Fuss, hanno pianificato da oltre 15 anni un processo di innovazione sostenibile adottando Linux e software libero e a codice aperto nella didattica. «Questa scelta, con soluzioni attentamente individuate per i vari ordini e gradi delle scuole, si rivela lungimirante nel sostenere tutte le difficoltà connesse all'adozione della didattica a distanza, laddove oggi, per effetto della sospensione dell'attività scolastica in presenza, quale misura cautelativa per arginare l'epidemia del Coronavirus, si è dovuto in modo repentino adottare una nuova modalità di insegnamento che impone l'uso di strumenti digitali». Oltre al software non è scontato chiedersi se ad oggi tutti gli studenti dispongano di un pc a casa, laddove l'uso di uno smartphone non risulterebbe sufficiente. «Grazie alla sostenibilità del software libero e al fatto che non sia necessario pagare licenze d'uso, sarebbe possibile far avere a una parte di questi studenti, privi di mezzi, un pc con Fuss installato uguale alle postazioni scolastiche». Il processo virtuoso qui tracciato, che rappresenterebbe un esempio di economia circolare, «propone a aziende e enti del territorio di non destinare al macero i vecchi pc, ma di darli in carico ai volontari degli Sportelli Open & Linux di Bolzano, Merano e Brunico, che li faranno pervenire agli alunni bisognosi dopo averli ripristinati installandovi Fuss».

L'economia circolare parte da una filosofia della condivisione che, attraverso la garanzia fornita dalla licenza libera, apporta un vantaggio alla comunità grazie a un riuso che ripristina l'obsoleto e lo trasforma in risorsa. «Per dare corpo alle idee necessiterà naturalmente farsi carico della pulizia e disinfezione dei dispositivi dati in uso e anche della cancellazione dei dati eventualmente presenti, in base alla normativa vigente per la sicurezza informatica». Ma queste sono difficoltà certamente risolvibili.

Il Gruppo Sostenibilità Digitale Alto Adige (openbz.eu) e l'Associazione Linux User Group Bolzano (lugbz.org), promotori dell'iniziativa, invitano pertanto le ditte e gli enti che dispongono di pc/notebook non più vecchi di 10 anni e funzionanti a scrivere a info@lugbz.org per segnalare la loro disponibilità alla cessione.

I promotori invitano altresì l'Intendenza scolastica in lingua italiana a proporsi come garante dell'iniziativa. Questa iniziativa è stata inserita, come proposta di solidarietà digitale, sull'apposito sito del Ministero dell'Innovazione Tecnologica e Digitalizzazione e dell'Agenzia per l'Italia Digitale.

Una seconda iniziativa, proposta sempre dal LugBz e dal Gruppo Sostenibilità Digitale Alto Adige è quella di offrire alle scuole della nostra provincia un sistema di videoconferenza, basato su software libero e installato in Eu, al fine di facilitare la didattica online. La condizione per fare la richiesta è quella che le scuole non dispongano già di un sistema di videoconferenza acquistato con soldi pubblici. «La soluzione offerta non andrà a tracciare nessuna videochiamata, ma sarà comunque in grado di garantire la riservatezza delle comunicazioni tra insegnante e studenti pur senza richiedere alcuna credenziale agli alunni, per evitare ogni forma di profilazione di minori. Il tutto senza scomodare grandi sistemi da tempo molto criticati dal punto di vista della privacy, aspetto che, nemmeno in condizioni di alta emergenza, può e dev’essere trascurato».

Il LugBz, per ora, è in grado offrire 60 stanze o classi virtuali e pertanto ha deciso di donare ad ogni scuola che ne farà richiesta un numero massimo di 6 stanze che la scuola potrà utilizzare per svolgere videoconferenze ai fini della didattica d'emergenza. Nei prossimi giorni sarà possibile ampliare ulteriormente l'offerta aggiungendo nuove stanze, anche grazie alla solidarietà aggiuntiva dei singoli membri delle suddette associazioni e di enti pubblici o privati che vorranno fornire il loro appoggio con donazioni anche piccole in denaro. Gli interessati si possono rivolgere per mail a info@lugbz.org.













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