Le ragazze e i ragazzi del Coro: «Verdi è più forte del Covid» 

La storia. Dopo i lunghi mesi di isolamento per il lockdown, il Coro Lirico Verdi, formato da 50 appassionati melomani, ha ricominciato a provare ed esibirsi nei quartieri. «Cantiamo per Bolzano e per celebrare l’amicizia e la vita»



Bolzano. «Vederlo cantare ancora, senza mascherina, guardarlo felice arrivare alle prove... Ecco, questo per noi è il senso piano del ritorno alla vita». E con la vita, il canto. Lui è Pietro Divina. Ha 86 anni e offre l'immagine della continuità di una passione che è anche condivisione e affetti ritrovati. Chi è stato felice di rivederlo dopo il tunnel del lockdown è Emilio Principe, vicepresidente di una istituzione bolzanina, il coro Lirico Giuseppe Verdi. «Pietro canta da sempre, lo abbiamo ora con noi ma c’era già ai tempi del coro Enal. E' il volto e la voce che ha accompagnato tanti. E ci ha dato forza». C'è stato bisogno di forza in questi mesi. E di solida pazienza. Perché la prova è stata dura, a tratti durissima. «A tal punto che temevamo che il Covid potesse mettere fine ad una straordinaria esperienza anche sociale» dicono Emilio Principe e il maestro Claudio Vadagnini, che del coro sono anima organizzativa e musicale, braccio e mente. Nel “Lirico”, ora 50 elementi effettivi, divisi come ogni grande gruppo che si rispetti in quattro voci, l’età media è quella che pareva preda del virus. «C’è stata paura» ammettono adesso i membri più anziani. «Ma anche tristezza» aggiungono. Perché vedersi un paio di volte la settimana, felici di ritrovarsi e di provare brani vecchi e nuovi, stare un po' insieme anche al termine, prima di tornarsene a casa, era diventato un rito in grado di cementare rapporti, di rinvigorire amicizie e di scoprirne di nuove e possibili. Poi il buio. E il distacco.

La luce dopo mesi di buio

«Pensare di tornare ancora insieme è stata la speranza che ci ha tenuto vivi in tutti questi mesi - dice oggi Principe - veder trasformata la speranza in realtà ci ha dato nuova spinta». Che, subito, è stata messa a frutto. Il “Lirico Giuseppe Verdi” è stato uno dei primi gruppi a mettersi a disposizione delle istituzioni per scongelare idee ed entusiasmi. E ora partecipa ad una delle iniziative che entrano a pieno titolo nella rete della cultura diffusa, di grande qualità espressiva. Si tratta di “Canto per Bolzano”. Una serie di appuntamenti ( i prossimi, dopo il debutto l’altro giorno a Oltrisarco, sono il 26 agosto in piazzetta Piazza Pichler a Casanova, alle 18 e il 2 settembre in piazza Tribunale, stesso orario) in cui il coro proporrà il suo classico repertorio lirico. Ma questa volta con una novità. Probabilmente emersa nella lunghe telefonate del lockdown quando si cercavano elementi di non ordinarietà programmatica da riservare per i giorni della ripresa. «Si tratta di unire alle nostre esecuzioni anche delle vere lezioni. Rivolte al pubblico e che il pubblico potrà poi subito mettere in pratica» annuncia il vicepresidente. In che modo? Gli spettatori, dopo qualche elemento - guida, sarà coinvolto nell'esecuzione di alcuni brani lirici, tra i più conosciuti e popolari. Verrà messo a disposizione dei singoli uno spartito e su quello si svolgerà un programma in cui esecutori e pubblico non avranno più barriere divisorie ma una “quarta parete” permeabile e trasparente in cui tanti entreranno a far parte dello spettacolo. Tutto questo, in linea di perfetta coerenza con lo spirito e la tradizione del coro bolzanino, sempre teso a rivendicare gli aspetti più pienamente divulgativi della cultura musicale. Una tradizione ormai molto lunga. È dal 1989 che questo blocco del Lirico, opera e si specializza, assumendo infine il nome che porta oggi nel 2003, sempre sotto la guida musicale e artistica del maestro Claudio Vadagnini, una istituzione della scena musicale bolzanina.

Obiettivo “Traviata”

Ma il senso pieno della ripresa non sta solo nella ricomparsa di un gruppo di grande esperienza anche umana e culturale ma nelle novità che questa ripartenza porta con se. Il “Lirico”, infatti, si prepara anche ad eseguire per intero un'opera. Si tratta della “Traviata” , dal grande repertorio del genio di Busseto, che sarà eseguita al Cristallo e a Merano e dove il coro verrà accompagnato da una orchestra di 40 elementi. Ma, prima, ancora un appuntamento: il 6 settembre una grande serata nel parco delle Semirurali. «E la prima volta che calcheremo quel palco e l'emozione già ora è palpabile in tutti noi - ammette Principe - perché quel luogo ha un fascino particolare, ci fa entrare nel cuore della Bolzano dei quartieri, con un contatto straordinariamente diretto con gli spettatori». Perché è questo il filo che lega il coro a questa iniziativa in corso del “Canto per Bolzano”: connettere i rioni alla cultura, farli sentire partecipi di eventi che scelgono di stare in mezzo alle case delle nuove urbanizzazioni, fuori dai circuiti centrali in cui, solitamente, transitano i cartelloni musicali. «È quello che avevamo sempre sognato di fare, quando aspettavamo chiusi in casa di tornare a cantare insieme...».

P.CA.













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