SOLIDARIETà

Le sarte volontarie del Vintola confezionano 4500 mascherine 

Il gesto di solidarietà. Tutto è partito dall’iniziativa di una privata che ha donato a don Gretter 360 metri di stoffa Al lavoro a casa 15 signore, molte fra i 70 e gli 80 anni. Difficoltà logistiche: «Ci serve un permesso per circolare»


Davide Pasquali


Bolzano. Non tengono a finire sul giornale per farsi belle, tanto che non vogliono sentir parlare di nomi e cognomi. Piuttosto chiedono ai bolzanini una mano d’aiuto. In primo luogo per la logistica - consegna materie prime e ritiro materiali finiti - e per i permessi di libera circolazione, e poi a chiunque abbia a disposizione quantitativi significativi di stoffa e soprattutto di elastici piatti. Sono le sarte volontarie del Vintola, impegnate ognuna a casa loro a confezionare 4.500 mascherine da donare alla protezione civile. Ma se arriverà altro materiale, non si tireranno di certo indietro. La più efficiente di loro, 80 anni e passa, si chiama Lidia, e in soli quattro giorni ne ha confezionate 120. Una macchina da guerra.

Tutto è nato da una donazione da parte di un privato. Una signora, di cui qui intendiamo fare nome e cognome perché lo merita davvero: Brigitte Moser.

Come precisa la coordinatrice della sartoria, nonché membro del direttivo del Vintola, Cinzia Brillo, «è del settore, aveva il materiale in casa. Ha deciso di regalare prima trecento metri di stoffa e poi altri sessanta a don Mario Gretter, il quale, sapendo che al Vintola abbiamo una piccola sartoria, ci ha contattato. Ha sentito la Protezione civile, la quale ha allertato i tappezzieri, che però ora sono tutti chiusi. Se n’è trovato uno in via Weggenstein incrocio con via Cavour, che si è occupato di tagliare i pesanti rotoloni in tranche da 10 metri. Si tratta di tessuto non tessuto, lavabile». Ed è questa la parola magica. «Perché anche se non sono a norma, sono mascherine che possono essere riutilizzate». Le sarte effettive sono 4-5, le altre sono semplicemente volontarie ma agili e abili a cucire. «Il problema è far loro arrivare a casa filo, elastici, materie prime, perché nessuno può andare in giro». Si sono recuperate tutte le spagnolette di filo bianco al Vintola, si sono ordinati elastici piatti e della misura giusta su Amazon perché le cartolerie sono tutte chiuse, i sacchetti con le tranche da 10 metri di stoffa sono state consegnate a casa di una signora che vive in centro. Grazie ad un’amica della Protezione civile si è poi distribuito il tutto, casa per casa, alla quindicina di volontarie. Che si sono messe all’opera. Ora la stoffa è quasi terminata, gli elastici ordinati sul web non sono ancora arrivati. Si vorrebbe almeno distribuire le mascherine già confezionate, ma senza esser d’intralcio alla Protezione civile, senza servirsi di un’ambulanza, di cui ora c’è necessità ben per altri motivi. Insomma, chi ha soluzioni, le proponga, scrivendo una mail a cinzia@studiobrillo.it. E cari vigili e forze dell’ordine, per favore, abbiate un occhio di riguardo.













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