il processo

Lo zio di Benno: «Siamo convinti che abbia premeditato il duplice omicidio. Dica tutta la verità»

Gianni Ghirardini ha anche detto di non credere al pentimento del giovane, in carcere per l’omicidio dei genitori Laura e Peter Neumair



BOLZANO. "Sono convinto che Benno abbia sicuramente premeditato il duplice delitto. Io non credo al suo pentimento: deve dire tutta la verità, perché ancora non l'ha fatto". Lo ha detto, a margine dell'udienza a carico di Benno Neumair, suo zio Gianni Ghirardini, marito di Carla Perselli e quindi cognato di Laura e Peter Neumair.

Al termine dell'udienza in cui è stato ascoltato come testimone della parte civile, lo zio Gianni ha ribadito ai cronisti il suo pensiero: "La decisione spetterà ovviamente alla Corte d'assise. Posso però dire che noi familiari siamo convinti che sia stato un duplice omicidio premeditato. Basti pensare che Benno non aveva mai il permesso di usare l'auto dei genitori, i quali proprio per questo tenevano le chiavi della Volvo nascoste. Non solo, ma in quei giorni era stata dimessa dall'ospedale la nonna e quindi l'auto doveva essere sempre disponibile, nel caso si presentasse la necessità di doversi muovere in fretta per andare ad assisterla. Eppure, nonostante tutto questo, la mattina del delitto, Benno annunciò alla sua amica che quel giorno l'avrebbe raggiunta in auto".

La toccante testimonianza in aula dello zio di Benno Neumair: «Devi dire tutta la verità»

Toccante momento, questa mattina nell’aula del Tribunale di Bolzano, dove è in corso il processo a Benno Neumair, reo confesso del duplice omicidio dei genitori Laura e Peter. Tra i testimoni di parte civile sentiti c’era anche Gianni Ghirardini, zio dell’imputato, che ha letto in aula la lettera che aveva scritto al nipote quando ancora erano in corso le ricerche del corpo del padre. «Ogni uomo ha un compito da svolgere nella vita, e il tuo, Benno, – ha letto Ghirardini - è di dire tutta la verità».

Gianni Ghirardini aggiunge che anche in merito al movente, a suo avviso di tipo economico, Benno non abbia ancora detto la verità. Durante la sua deposizione in aula, lo zio di Benno ha poi letto la lettera che lui scrisse al nipote, il quale era stato arrestato da poco e non aveva ancora confessato i due omicidi.

E Gianni, nella lettera, invitava a farlo: "Ogni essere umano ha un percorso di vita da fare. Il tuo in questo momento è segnato da un obbligo assoluto: dire la verità" ,scrisse Gianni nella lettera recapitata in carcere a Benno, il quale però non ha mai risposto.













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