Sanità

Mancano medici di famiglia: l’Asl chiede aiuto ai pensionati

Sos specialisti: vengono richiamati con contratti di sostituzione - nel caso in cui il titolare si debba assentare per ferie o per malattia - ma anche con veri e propri incarichi provvisori in attesa di trovare un responsabile per l’ambulatorio 


Valeria Frangipane


BOLZANO. Mancano medici di famiglia e l’Asl per non lasciare la popolazione scoperta recluta anche i pensionati come ha già fatto - con tutti gli altri specialisti - durante l’emergenza Covid (soprattutto per le vaccinazioni).

Li richiama con contratti di sostituzione - nel caso in cui il titolare si debba assentare per ferie o malattia - ma anche con incarichi provvisori in attesa di trovare il responsabile dell’ambulatorio.

Oggi in Alto Adige lavorano circa 279 medici di base, il numero ideale sarebbe 351 - ha detto di recente il direttore generale asl Florian Zerzer - «ma riterrei già sufficiente avere 25 in più».

Per Domenico Bossio, medico di medicina generale a Lana e sindacalista Fimmg, al momento non c’è soluzione. «La carenza di professionisti è drammatica e l’Azienda non può permettersi di lasciare la popolazione sguarnita. Certo non si tratta di una modalità prevista dal contratto ma bisogna pur arrangiarsi anche perchè occorre fronteggiare un’emergenza. Per cui viste le condizioni benvengano anche i pensionati!».

Uno dei medici di famiglia già in pensione e che per un periodo è stato richiamato dall’Asl è Achille Chiomento.

«A settembre 2021 sono andato in pensione, dopo una vita di lavoro a Bolzano. Ho saputo che cercavano anche pensionati per coprire la zona di Meltina. Mi sono fatto avanti. A novembre mi hanno proposto la sostituzione che è andata avanti due mesi. A gennaio, visto che non trovavano nessuno, mi hanno dato l’incarico vero e proprio che avrebbe dovuto terminare a dicembre 2022 ma a marzo ho lasciato. So che avevano problemi seri anche a Laives, Cornaiano, Tires ecc».

Luigi Rubino - sindacalista Fimmg - descrive a sua volta un momento molto critico: «I giovani non vogliono più fare il medico di famiglia... troppe incombenze e sempre più titolari di ambulatori scelgono la pensione anticipata. La nostra categoria si sta chiedendo l’Asl come pensa di fare con le 10 “case” ed i 3 ospedali di comunità che apriranno con i fondi Pnrr entro il 2026 in Alto Adige. Perchè è impossibile chiedere un ulteriore sforzo sempre agli stessi».

Se lo chiede anche Emanuele Pozzo, medico di famiglia a Laives. «Sembra proprio che l’Asl ci chiederà di saltellare fra il nostro ambulatorio e le fantomatiche "case” ed “ospedali di Comunità". L’altro giorno ho iniziato a lavorare in ambulatorio alle 9.30 e terminato alle 19.20. E non è stata neppure una delle giornate peggiori: non è raro che esca alle 21 e oltre. Mi sono concesso un passaggio in bagno e una rapida discesa al supermercato, dove ho comprato prosciutto, scamorza affumicata e grissini che ho sgranocchiato alla scrivania, mentre rispondevo alla posta, leggevo esami, li inserivo in cartella e compilavo prescrizioni. Se dovrò dare una mano ed andare anche nelle “case della Comunità"- evidentemente togliendo tempo ai miei assistiti - almeno ditemi dove i distribuiscono i Time-turner (giratempo) come quelli che aveva Hermione in Harry Potter».













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