La tragedia

«Maximilian, eri il figlio che tutti vorrebbero»

La scomparsa di Micheloni. La nonna: «Ragazzo d’oro, per noi la vita è finita». Il cordoglio della Bolzano Sub. L’istruttore Tonellotto: «Maximilian era un apneista molto esperto, un atleta, inconcepibile sia caduto così»



BOLZANO. «Era il figlio che tutti avrebbero voluto avere». È questa la frase più spesso pronunciata in città per ricordare Maximilian Micheloni, il 25 enne bolzanino, studente universitario di architettura, deceduto martedì per essere scivolato e precipitato da una scala esterna di un palazzo a più piani nel centro di Graz, il capoluogo della Stiria. Le cause della morte risultano ancora ignote e attualmente l’incidente mortale è al vaglio degli investigatori, mentre la magistratura austriaca ha aperto un’indagine. Nel frattempo i genitori del ragazzo, Stefano e Verena, saliti in Austria, attendono di poterlo riportare a Bolzano.

«Era un ragazzo d’oro, per noi è finita», racconta con un filo di voce la nonna, Giuseppina Bianchi. «Figlio unico, vivevamo tutti solo per lui. Ora mio figlio Stefano attende il nulla osta, ma prima devono fare tutti i rilievi. Poi verrà cremato e riportato a casa». Maximilian, racconta la nonna, «è stato fino a una certa ora assieme al titolare della ditta per cui lavorava, poi se n’è andato, voleva vedere un particolare in un certo palazzo, ma non ha detto cosa». Stava preparando la tesi. «Era un ragazzo serio, studiava molto, aveva una media incredibile. Il tutto lavorando, a Graz e a Bolzano». Sempre sorridente, contento, non chiedeva mai niente, dolce, non alzava mai la voce, parlava sempre piano. «Quando tornava, come prima cosa andava a trovare le nonne, mangiava con noi. Sempre bravo, fin da piccolo, giudizioso, mai fatte cose spiacevoli a nessuno. Quand’era bambino ci faceva ridere: alla piscina Maso della Pieve partecipava alle gare di nuoto, ma aveva troppo un buon cuore. A poco dalla fine della vasca, si fermava e lasciava passare gli altri. Se gli chiedevamo perché, rispondeva: “Ma sì, poverini, lasciamo che vincano loro”».

Un cuore d’oro, bilingue - la mamma è di madrelingua tedesca, scuole in tedesco, geometra, poi dal 2016 “uni” a Graz. «Come suo padre e suo nonno, grande passione per l’acqua e il nuoto, faceva anche apnea, ma io non gli ho mai chiesto niente, avevo paura gli succedesse qualcosa». E ora non c’è più. «Non riusciamo a capire: com’è possibile che alle 4 del pomeriggio nessuno abbia visto niente? Che brutta brutta cosa...»

Non è l’unica a non capacitarsi, la nonna di Maximilian. Colpito dalla notizia anche Mauro Tonellotto, presidente della scuola di immersione della Bolzano Sub. «Ho visto Stefano e Verena giovedì quando sono partiti, erano sconvolti, come noi tutti. Abitiamo a cinquanta metri di distanza, i nostri figli facevano immersioni insieme».

Alla Bolzano Sub la raccontano tutti così: un’atleta, super attivo, il figlio che tutti vorrebbero avere. Tonellotto conferma: «Questa cosa ci sta dilaniando, anche perché sono molto amico di suo padre Stefano, a sua volta istruttore. Avevo cominciato a insegnare a Maximilian, come a tanti altri, nei corsi per piccoli. Abitando vicini, lo portavo io in piscina, tutti i giovedì. Suo papà è sempre stato molto attivo nella Bolzano Sub, pure come consigliere. Abbiamo organizzato tante cose insieme, eventi goliardici, la consegna dei brevetti, abbiamo condiviso tanti momenti, anche impegnativi per la società. Lui si è sempre speso per farla crescere. L’altro giorno ho subito tirato fuori una foto di una trasferta nel 2009, mio figlio aveva 4 anni, Maximilian 8» Ricordi indelebili. «Dal punto di vista del carattere era una persona gentile, sensibile. In tanti anni non l’ho mai visto litigare con nessuno, mai una parola scortese, perfettamente bilingue, bravo negli studi».

Ed era un apneista esperto, aveva livelli di brevettazione alti. «Era in grado di scendere in apnea a trenta metri di profondità. Non ci si può riuscire se non si è fisicamente e ancor più mentalmente apposto». Tonellotto è ingegnere. «Proprio per questo motivo una roba del genere mi pare inconcepibile, inammissibile che sia cascato. Maximilian per motivi di studio ora frequentava le piscine a Graz, dove si allenava ancora con costanza. Era un atleta...» DA.PA













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Valeria Frangipane

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