«Mia moglie Alessandra, lungodegente senza diritti»

Bolzano. «non avrei mai voluto essere qui a raccontare di mia moglie... tutto questa mi pesa. ma glielo devo perchè questa è la sua storia, la storia mia e dei nostri due figli e quella di altre 60/65...



Bolzano. «non avrei mai voluto essere qui a raccontare di mia moglie... tutto questa mi pesa. ma glielo devo perchè questa è la sua storia, la storia mia e dei nostri due figli e quella di altre 60/65 famiglie che si trovano nelle stesse condizioni».

A parlare è maurizio puglisi ghizzi, consigliere comunale: «mia moglie alessandra dardengo, 53 anni, dipendente provinciale, nel 2018 ha avuto un’emorragia cerebrale e da alcuni mesi è in coma vigile a firmian dove paga una tariffa di 1.580 euro al mese. succede perchè in provincia di bolzano ai lungodegenti non vengono riconosciuti i diritti che spettano loro per legge. il tutto in sfregio totale alla normativa nazionale ed in presenza di una sentenza del consiglio di stato del 2015 che sancisce come le spese per il ricovero dei malati in coma vigile, alimentati da una sonda, siano a carico dello stato». c’è da chiedersi come mai accada. «perchè in alto adige hanno scelto di equiparare i lungodegenti agli anziani che vivono in casa di riposo. per cui ad alessandra - ed ad altri 65 malati - tocca pagare la quota alberghiera». lunedì 27 gennaio l’asl affronterà la questione in una riunione che si terrà nella sede centrale della direzione e puglisi ghizzi ha convocato un presidio in via cassa di risparmio alle 17.15. marco galateo assicura l’appoggio del gruppo consiliare di centrodestra e promette un’interrogazione parlamentare: «qui stiamo ledendo diritti sanciti dalla costituzione».

Puglisi ghizzi ripercorre gli ultimi mesi, lo fa a fatica. «era settembre 2018, mia moglie ed io stavamo rientrando dalla germania in macchina dopo aver accompagnato nostra figlia, quando lei ha chinato il capo di colpo. “sto male”, mi ha detto, poi più nulla. ho preso la prima uscita ingolstadt e sono volato all’ ospedale che ha una stroke unit di altissimo livello e chirurghi dedicati. i medici come l’hanno vista arrivare mi hanno chiesto se parlava tedesco, le hanno puntato una luce negli occhi, l’hanno chiamata forte per nome, mi sono girato e la barella stava andando di corsa in sala operatoria. non hanno perso un secondo. alessandra è stata operata a più riprese per un totale di 20 ore a cui sono seguiti 14 giorni di rianimazione. quando sembrava andare tutto per il meglio si sono presentate ulteriori complicanze che hanno costretto i sanitari ad ulteriori interventi». passati i giorni la paziente viene trasferita prima al san maurizio, in rianimazione, poi nel reparto di neuroriabilitazione dell’ospedale di vipiteno. «il professor leopold saltuari, che non finirò mai di ringraziare, l’aveva rimessa in piedi. stava recuperando bene. “non sono contento - mi aveva detto il medico - sono molto contento delle condizioni di salute di sua moglie. reagisce bene alle cure”. alessandra era “tornata” con noi, certo faticava a parlare, a camminare, ma speravamo di avercela fatta. poi a cavallo tra la fine del 2018 ed il 2019 è stata colpita da un meningite. l’hanno operata a bolzano ed anche questa volta non posso che sottolineare l’alta professionalità dei medici della neurochirurgia che hanno fatto iL possibile ed anche di più ma dopo due mesi è entrata in coma. vi risparmio il calvario, le crisi epilettiche e quant’altro. oggi alessandra è in coma vigile, è nutrita con la pec, non si muove, non parla, non riconosce nessuno, ha bisogno di cure continue. ho sperato che potessero tenerla a vipiteno ma i pazienti nelle sue condizioni vengono ricoverati al lungodegenti. la retta totale è di 3.600 euro al mese, circa 2.000 li rimborsa la provincia attraverso l’assegno di cura ma la differenza è richiesta a mia moglie come quota alberghiera perchè in alto adige ai lungodegenti non vengono riconosciuti i diritti previsti dalla legge. per la provincia non sono malati. dateci una mano».













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