La pandemia

«Mio padre no-vax e le feste rovinate dalle fobie complottiste»

La testimonianza di una lettrice: da due anni lui, uomo concreto e generoso, si è isolato in un mondo triste e ostile. Chi in famiglia ha un no-vax, sa che prima o poi il covid bussa alla porta



BOLZANO. Da febbraio 2020 tutti temono che il Covid bussi alla porta di casa. Chi ha un no vax in famiglia sa che prima o poi arriverà quel momento e, puntualmente, come una profezia nefasta che si auto avvera, succede: il Covid entra in famiglia. A rendere il quadro della situazione è la testimonianza della 35enne bolzanina Renate H. che ha voluto raccontarci la sua storia.

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«Domenica pomeriggio ho ricevuto un messaggio di mio fratello, vaccinato con due dosi, in attesa della terza, che mi dice “ho 37.9 di febbre che non scende, chi devo chiamare per un tampone?”.

Ho mandato a casa mia cugina, infermiera, a fargli un tampone rapido e rapido è stato il responso: positivo. Ora, sappiamo tutti che il COVID non è la peste nera, che si può sviluppare in molti modi, che una persona che non ha nemmeno 40 anni, sana, vaccinata con due dosi, anche se ormai sono passati sei mesi dall’ultima, resta un minimo protetta dalle complicazioni, e che probabilmente contagia in modo meno aggressivo, ma c'è un problema. Mio fratello vive con mio padre, 74enne, non vaccinato. Un uomo buono, generoso e soprattutto razionale, che all'università faceva matematica, che ha sempre lavorato con i numeri e che è concretezza allo stato puro, uno che impara a fare le cose da solo e ci riesce: costruisce mobili, ristruttura case, cura un orto, riporta in vita una vigna, dall'inizio della pandemia è rimasto invischiato nel circolo vizioso dei complottismi.

La prima bufala

Tutto è cominciato a marzo 2020 con la prima bufala: quella dell'esercitazione dei 100.000 soldati americani che avrebbero finito per invadere l'Europa. Da lì, col “lockdown” e il confinamento in casa davanti al computer, l'uomo pieno di interessi, di amicizie, di attività da fare, col meccanismo perverso dell'Eco Chambers ha continuato a guardare a ripetizione video suggeriti su Youtube sulle peggiori panzane. Non c'è più stato un libro, un film, un discorso che fosse di puro intrattenimento.

Tutti i suoi consumi culturali hanno riguardato la situazione Covid e come un sistema malsano e un'informazione collusa mainstream, volessero rovinare la vita a tutti. Tutte le bugie da manuale alternativo alle quali i complottisti si sono attaccati hanno risuonato in casa mia, con liti a non finire.

Nel tempo è diventato triste, sempre con la mente rivolta a quello: il grande piano dei poteri forti. L'unica cosa buona, pensavamo, è che una volta riavuta la possibilità di uscire, mio padre sarebbe tornato al suo rudere in collina da ristrutturare, al suo orto, in solitaria, senza possibilità di essere infettato da nessuno, all'aria aperta e che dal virus sarebbe stato in qualche modo protetto, anche perché eravamo tutti ligi alle regole, basta cene, feste, riunioni di famiglia allargate, in più, con la sua mania di voler indottrinare il mondo alle grandi verità scoperte coi video su youtube, aveva allontanato da sé molte persone. Il che non è stato un bene: ha cominciato a fare gruppo e a vedersi solo con i soggetti peggiori dei vari gruppi di amici: i macrobiotici oltranzisti che pensano che il riso integrale curi tutto, dalla prostata ingrossata al cancro al pancreas, i sostenitori del “io sono libero e faccio quel che voglio”, tra cui una spassosa 60 enne antisistema che però continua ad affermare di aver partorito a 15 anni da vergine, perché va bene essere contro il sistema ma guai a disonorare la famiglia, gli scienziati con la laurea presa su Facebook che discorrono di proteina spike senza nemmeno saper calcolare il 20 per cento di sconto sui prodotti in offerta al supermercato.

Così, sapendo che continuare a discutere su un eventuale vaccino per lui, sarebbe stato fiato sprecato e avrebbe dato adito a liti sul tema “proprio i giovani dovrebbero ribellarsi a questo stato di cose”, ci siamo protetti noi figli, vaccinandoci il prima possibile, riducendo al minimo i contatti sociali, controllandoci con tamponi al primo raffreddore.

La spada di Damocle

Sapevo che non sarebbe bastato e questi ultimi mesi, li ho vissuti con la spada di Damocle sulla testa, spada che ieri mi è scesa sul collo. Lasciando da parte le ansie scatenate dall'assistere inesorabilmente al crollo di un mito, per me mio padre è sempre stato in tutto il punto di riferimento in tutti gli ambiti, quello che più mi fa terrore è il pensare, in caso mio babbo fosse stato contagiato da mio fratello, di trovarmi a dover litigare per le cure da seguire. Con tutte le balle di cui si riempie la testa, tra le quali la litania “basta vigile attesa e tachipirina” etc, temo potrebbe arrivare ad utilizzare le inutili e dannose cure alternative, rifiutare ricoveri in caso di necessità, insomma, vivo in attesa che quella spada di Damocle il collo me lo trafigga del tutto. L'unica speranza è che la paura che ho sentito nella sua voce ieri e oggi, lo preservi da scelte insensate, perché sì, i no vax accusano i vaccinati di essere pecore che vivono nella paura, ma la realtà delle cose è che, per la maggior parte, non sono vaccinati perché hanno paura delle conseguenze del vaccino e se c'è una cosa che ho imparato in questi anni dagli amici “di scienza” è che la medicina è statistica, e che è meno probabile una conseguenza avversa da vaccino che i danni irreparabili ai polmoni per un Covid “cattivo”.

Quindi mi appello ai tanti over 50 non vaccinati, per piacere, preservatevi, fatevi il vaccino, non fate passare ai vostri figli quello che stiamo passando noi, io, in preda all'ansia, che vorrei affogare il valium nello champagne preso per il pranzo di natale che non ci sarà e svegliarmi ad aprile e mio fratello, che è sempre stato ligio alle buone norme e che probabilmente si è contagiato al lavoro, con la febbre che non scende, la paura del decorso del Covid e il senso di colpa di aver forse infettato il padre anziano non vaccinato».













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