la sentenza

Morì a 7 anni per uno scontro con una compagna, scuola condannata anche in appello

Bolzano, la piccola Manal morì nel 2009 per un’emorragia cerebrale dopo uno scontro accidentale in cortile: “Soccorsi inadeguati”. Esclusa la legittimazione per la maestra: non doveva andare a processo



BOLZANO. Manal, la bambina di 7 anni deceduta per un’emorragia cerebrale nel 2009 dopo lo scontro con un’altra alunna nel cortile della scuola elementare «Martin Luther King» di Bolzano, avrebbe potuto essere salvata se fosse stato chiamato subito il 118.

La Provincia di Bolzano e l'Istituto Comprensivo Bolzano - Europa 2 sono stati condannati a risarcire, in solido tra loro, di un milione di euro i familiari della bimba. Lo ha stabilito la Corte d'appello del tribunale di Bolzano, sezione civile, accogliendo il ricorso di un'insegnante della scuola, che in primo grado era stata a sua volta chiamata a pagare il risarcimento assieme alla scuola ed alla Provincia, in quanto ritenuti tutti responsabili del decesso di Manal per inadeguatezza del soccorso prestato.

In appello l'avvocato dell'insegnante, Nicola Nettis, ha ricordato che una legge del 1980 esclude la legittimazione passiva degli insegnanti in vicende come quella in esame. Questa considerazione, che in primo grado non era stata accolta, è stata invece presa in considerazione dai giudici d'appello e quindi l'insegnante non dovrà pagare nulla a titolo di risarcimento. Anche in sede penale il procedimento penale a carico dell'insegnante era stato archiviato.

La Corte d’Appello ha quindi aderito alla tesi dei legali della famiglia della piccola, gli avvocati Paolo Corti e Christian Dorigatti, riconoscendo che fra il momento immediatamente successivo al trauma e la consegna dell’allieva ai genitori, la scuola non ha adempiuto all’obbligo di protezione dell’allieva medesima attraverso una corretta gestione dell’emergenza.

“Per una corretta gestione dell’emergenza sarebbe stato sufficiente contattare il 118 fornendo tutte le informazioni sulle circostanze del caso, utili alla valutazione della situazione da parte di personale medico”, come del resto previsto dal “Vademecum Inail per gli addetti al primo soccorso e alle emergenze nelle scuole che prevede per gli addetti al primo soccorso di effettuare il prima possibile una telefonata al 118 per attivare la catena del soccorso e definisce il trauma cranico un’emergenza che richiede sempre la chiamata al 118”, scrivono i giudici. 

La pronuncia soddisfa noi  ma soprattutto i famigliari di Manal, che 12 anni dopo la morte della loro piccola “hanno visto ribadito come la responsabilità dell’accaduto sia da addebitare in via esclusiva al personale insegnante presente al tragico incidente e in alcun modo ai genitori della bambina”, commentano i legali dlela famiglia. 

Soddisfatto anche l'avvocato Nicola Nettis, che assiste l'insegnante che in primo grado era stata condannata al risarcimento. "Per quanto riguarda la posizione della maestra - spiega il legale  bolzanino - la sentenza in appello è stata riformata. All'insegnante, infatti, è stata esclusa la legittimazione e, di fatto, lei non doveva essere chiamata in giudizio, con tutto quel che ne consuegue per il discorso relativo alle spese di giudizio e al pagamento delle stesse" .













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