Il dramma

Morte di Michele Torcaso: processo per omicidio stradale 

Automobilista a giudizio per la tragedia sull’arginale. Contestata la violazione degli articoli 40 e 154 del Codice della strada. Probabile richiesta di patteggiamento da parte del conducente: la responsabilità colposa per quanto avvenuto sembra oggettiva


Mario Bertoldi


BOLZANO. C’è una responsabilità specifica nella condotta dell’automobilista che il 12 dicembre dello scorso anno provocò l’incidente mortale lungo l’arginale di Bolzano all’altezza del centro commerciale Twenty. Ne è convinta la Procura della Repubblica che proprio qualche giorno fa ha depositato richiesta di rinvio a giudizio a carico del conducente della Passat Volkswagen chiamato a rispondere di omicidio stradale. L’inchiesta sul tragico incidente è stata relativamente veloce (rispetto ai tempi medi della giustizia) anche perchè sin dalle prime battute dell’indagine la responsabilità colposa per quanto avvenuto è sembrata chiara. Tra il resto il sostituto procuratore Igor Secco è stato aiutato anche dalle immagini del filmato di una telecamere di sicurezza del centro commerciale. Immagini eloquenti che dimostrano come la vittima, Michele Torcaso di appena 17 anni, venne sbilanciata dalla manovra improvvisa dell’automobilista che, a bordo della propria vettura decise di cambiare corsia di marcia senza rendersi conto della presenza , sulla corsia parallela di sinistra, del motociclista.

I due mezzi non si sarebbero toccati ma per evitare l’impatto Michele Torcaso sarebbe stato costretto ad effettuare uno scarto a sinistra, perdendo il controllo della moto (una Ktm 125 Duke), finendo di schianto contro il palo di sostegno di un segnale stradale e del tratto iniziale del guard rail che delimita la rampa di accesso ad un cortile di servizio del Twenty.

L’ipotesi di reato contestata dal pubblico ministero Igor Secco è di omicidio stradale in quanto il sinistro sarebbe stato provocato da una specifica violazione del codice della strada. Oltre a non aver verificato a dovere la presenza di altri mezzi sulla corsia parallela, l’indagato avrebbe anche proceduto a spostarsi sulla sinistra ignorando il divieto imposto dalla presenza sulla carreggiata della linea continua di mezzeria.

In questo caso la Procura della Repubblica ha contestato all’automobilista la violazione dell’articolo 40 del codice della strada che prevede che «le linee longitudinali, ad eccezione di quelle che delimitano le corsie di emergenza, indicano il limite invalicabile di una corsia di marcia o della carreggiata». In altre parole la linea di mezzeria non avrebbe potuto essere oltrepassata per cambiare repentinamente corsia di marcia, oltretutto non verificando a dovere che il tratto di carreggiata che si andava indebitamente ad impegnare fosse sgombero da altri utenti della strada. In effetti la Procura contesta all’automobilista anche la violazione dell’articolo 154 del codice della strada che impone al conducente di effettuare eventuali manovre ammesse «senza creare pericolo o intralcio agli altri utenti della strada, tenendo conto della posizione, della distanza e della direzione». Come si ricorderà nell’incidente il motociclista di appena 17 anni rimase ucciso pressochè sul colpo. La prima udienza preliminare è fissata per il 19 maggio prossimo. La famiglia di Michele Torcaso si costituirà parte civile con il patrocinio dell’avvocato Nicola Nettis sempre che nel frattempo la compagnia di assicurazione dell’automobilista non offra un adeguato risarcimento. Per il momento non c’è stato alcun passo ufficiale in tal senso anche perchè i tempi dell’inchiesta sono stati piuttosto rapidi.













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