caro vita

Nuovo calcolo delle tariffe rifiuti. Per i bolzanini aumenti del 3,7% 

È l’autorità di regolazione reti e ambiente che stabilirà anche in Alto Adige le componenti del costo del servizio. Matthias Fulterer, neo presidente Seab: «Si va da 4 euro in più all’anno fino ad un massimo di 20 euro»



BOLZANO. Benedetto termovalorizzatore. Noi lo abbiamo in casa, gli altri, iniziando da Trento, no. Lo hanno fuori. Cioè qui. È lui che si sta rivelando la trincea anti aumenti, partendo dai rifiuti. Bolzano li conferisce a 80 euro, gli altri spendono di più. Le conseguenze le tira il sindaco: «A Bolzano una famiglia di 4 persone che occupi una casa di 80 metri pagherà 265 euro l’anno, a Trento - sorride Renzo Caramaschi - il costo è sui 400». La media nazionale invece, si assesta a 324 euro.

Dunque, tutto bene? Quasi. Perché con il ridisegno nazionale del settore secondo i criteri di calcolo, che sarà ora l’autorità di regolazione reti e ambiente (Arera) a stabilire, i bolzanini devono predisporsi ad un aumento tra il 2,9 e il 5%.

Una divaricazione che tiene conto del numero dei componenti la famiglia e non più solo della superficie complessiva dall’abitazione. Un incremento che sta molto sotto il livello dell’inflazione, lo scorso anno del 9,2% ma che proprio dall’aumento dei costi complessivi di gestione è comunque giustificato.

Risultato? «Oltre 4 euro in più l’anno - chiarisce Matthias Fulterer, neo presidente Seab - fino ad un massimo di 20 euro». Lui, col presidente Seab Kilian Bedin e Giulio Angelucci, dell’ufficio provinciale gestione rifiuti, sono sfilati ieri in Comune, in sala giunta, per raccontare la rivoluzione, anche interna, che si preparano a gestire. Perché quello che sta accadendo non riguarda solo le ricadute tariffarie ma investe gli stessi rapporti tra Seab e Comune, l’ente da cui dipende. E che, fino a ieri, poteva muoversi e di conseguenza far muovere la società controllata secondo dinamiche gestite in famiglia. Ora non più. Partendo dal bilancio. Che non verrà più impostato in base a criteri previsionali ma sulla scorta delle cifre dell’anno precedente. In base al nuovo regolamento per le tariffe, il Comune deve ora approvarle annualmente in base ad un nuovo schema di calcolo che varrà per tutto il territorio nazionale. «Ma se i parametri ora sono uguali in tutto il Paese - ha chiarito Caramaschi - vorrà dire che sarà più agevole stabilire chi avrà il comportamento più virtuoso».

Fatte queste premesse, per Seab i costi generali del servizio aumentano quasi del 5%, a causa del miglioramento nelle attività, l’incremento dei costi per il recupero dei materiali, per il personale mentre il gettito tariffario provvisorio ammesso da Arerà si assesta a 18,240 milioni di euro. Così, gli aumenti medi per famiglia saranno del 3,7% e per le attività produttive del 3,2%. Buona notizia: restano invariate le agevolazioni tariffarie per utenti di età non inferiore ai 65 anni con reddito fino a 20mila euro, col 50% in meno della tariffa, e da 20 a 30mila euro con invece una riduzione del 35%. Il fatto di aver mantenuto gli aumenti ben al di sotto del tasso di inflazione fa trarre al Comune la conseguenza che, pur dentro le nuove cornici normative, Seab può contare su una base di gestione virtuosa molto consolidata. Certo, verranno ora a mancare quelle “vasche di compensazione” finanziaria in base al rapporto diretto tra società e municipio e quella notevole flessibilità di gestione che poteva consentire in passato una modulazione anche tariffaria in base alle circostanze, sia ambientali che di bilancio.

Seab, tra l’altro, ha una struttura produttiva importante: «Oggi siamo sui 40 dipendenti fissi e oltre 150 mezzi a disposizione», ha precisato Matthias Fulterer. Quadro che impone alla società un ridisegno, da portare avanti a step, dei suoi attuali assetti di bilancio, vista oggi la presenza Arera, come autorità nazionale di regolazione di tutto il settore: meno autonomia e più controlli, da qui in avanti. P.CA.

 













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