Ospedali, minacce al personale Gli infermieri: «Adesso basta» 

Stop alla violenza in corsia. Ordine e Nursing Up: «Solidarietà all’operatore aggredito pochi giorni fa al Pronto  soccorso del S. Maurizio da un paziente ubriaco. Urla e offese sono all’ordine del giorno. Il triage è il più pericoloso»


Valeria Frangipane


Bolzano. «Solidarietà all’operatore aggredito pochi giorni fa al Pronto soccorso del San Maurizio da un paziente ubriaco. Perchè purtroppo urla e offese soprattutto negli ospedali di Bolzano e Merano, come in molti servizi di emergenza dell’Alto Adige, sono all’ordine del giorno e siamo stanchi di sopportare. Cari cittadini rispettate chi vi cura!». Paola Cappelletti - presidente dell’Ordine delle professioni infermieristiche - e Massimo Ribetto del sindacato Nursing Up dicono che è ora di smetterla: «Ogni giorno, in molti reparti, il personale sopporta aggressioni verbali, insulti, vere e proprie minacce e purtroppo capita in alcuni casi che si alzino le mani». È successo pochi giorni fa con gli esami radiologici che hanno evidenziato ai danni dell’operatore picchiato dal paziente ubriaco una microfrattura ad una costola (prognosi di 20 giorni). «Non deve più succedere ma il trend è in aumento in tutta Italia e tutto lascia ipotizzare e prevedere che continuerà a crescere. A soffrire più degli altri i reparti di Geriatria alle prese con pazienti con demenza, Alzheimer ecc. le Psichiatrie, i Poliambulatori, ma anche sale d’aspetto, ambulatori e reparti. Le cause sono da ricercare nell’insoddisfazione provata dal paziente o da un suo familiare per la percezione della scarsa attenzione ricevuta o per l’erogazione di un servizio che ritiene insufficiente. Bersagliati anche gli amministrativi, bersagliatissimi gli operatori che lavorano nei Pronto soccorso soprattutto a Bolzano e Merano. Sotto pressione i “triagisti. Perchè spesso la necessità di intervenire velocemente da una parte, la paura e il bisogno di avere risposte immediate dall’altra, porta all'innescarsi di azioni violente. E poi il servizio di emergenza è preso d’assalto tutti i giorni da accessi impropri perchè l’assistenza medico-infermieristica sul territorio è di fatto insufficiente. Arrivano persone che avrebbero dovuto andare dal medico di famiglia e che si arrabbiano se non vengono curate in breve tempo e che quindi prendono tutti a male parole. Non possiamo che sperare - continua Cappelletti - che il disegno di legge contro le aggressioni in ospedale che prevede pene più severe in caso di lesioni personali passi in Parlamento e che vengano stanziate le risorse per una strategia ad ampio respiro. Per contrastare questo fenomeno occorre agire sulla formazione del personale e sulla prevenzione che deve prevedere investimenti e non può essere a costo zero». Ricordiamo che il 16 ottobre si terrà a Roma un simposio promosso dall’Osservatorio Nursing Up per le politiche contro la violenza nei luoghi di lavoro, che vedrà partecipare anche una delegazione di dirigenti sindacali di Bolzano. «L’argomento è caldo - conclude Ribetto - servono risposte».













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