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Padri separati in difficoltà, via libera agli alloggi Ipes

Provincia. Approvata la mozione di Bessone. Le opposizioni: «Puro marketing elettorale»



BOLZANO. Case Ipes a genitori separati o divorziati in situazioni di precarietà abitativa: la proposta è stata approvata, i criteri di assegnazione verranno modificati. Tra polemiche e contro-polemiche, il consiglio provinciale ha detto «sì» a larga maggioranza (24 sì, 4 astensioni) alla mozione firmata da Massimo Bessone (Lega), che per presentarla ha lasciato il banco della giunta per sedersi tra i consiglieri. «Me ne hanno dette di tutti i colori, ma noi leghisti siamo solo tre in Consiglio. Quando serve, svolgiamo un ruolo da consiglieri, oltre che da assessori», replica Bessone. La versione approvata è frutto della sua mediazione con l’assessora al Sociale Waltraud Deeg, sentita l’associazione Asdi.

Le nuove regole
Il testo approvato dall’aula prevede di valutare, nel quadro dei regolamenti di esecuzione della legge provinciale del 2022 sull’edilizia residenziale pubblica e sociale, come al genitore con minori a carico richiedente un alloggio sociale che, a seguito di una sentenza o un decreto giudiziale di separazione o divorzio che stabilisce l’affido condiviso o l’affido condiviso con collocamento paritetico, deve abbandonare l’abitazione coniugale, possano essere attribuiti punti aggiuntivi per la perdita dell’alloggio.
E questo anche se i figli abitano prevalentemente con l’altro genitore. La proposta prevede inoltre di sostenere, in particolare attraverso gli interventi di assistenza economica sociale, i genitori separati o divorziati che, a seguito di una sentenza o un decreto giudiziale che stabilisce l’affido condiviso o l’affido condiviso con collocamento paritetico, hanno dovuto lasciare l’abitazione coniugale o familiare e si trovano in una condizione di emergenza sociale, aggravata da una situazione di precarietà abitativa e socioeconomica.

La discussione
Brigitte Foppa (Verdi) ha detto, rivolgendosi a Bessone, che è paradossale che nonostante fossero state trattate due leggi sulla riforma abitativa e 4 regolamenti di attuazione in commissione legislativa, tutti momenti in cui c’era occasione di portare emendamenti, «lei, invece che rivolgersi alla collega Deeg, ha portato una mozione in aula, facendo pubblicità per se stesso sulla pelle di quei bambini e quei padri che diceva gli stessero a cuore». Secondo Maria Elisabeth Rieder (Team K) «bisogna trovare un modo per considerare chi si occupa dei figli. Attualmente per le donne che non ricevono gli alimenti dagli ex mariti, si prevedono importi facoltativi. Bisogna riconoscere coloro che si assumono le proprie responsabilità, come i padri che pagano gli alimenti e seguono i propri figli, e per questo necessitano di un alloggio adeguato. Questo la maggioranza lo può fare in ogni momento, non serviva una mozione che è pura campagna elettorale». Duro anche Sandro Repetto (Pd): «Bessone avrebbe dovuto discuterne in giunta. Con la procedura seguita invece non ha fatto altro che sminuire se stesso. La Lega non capisce nemmeno qual è il ruolo che gioca nella maggioranza». Argomenti non diversi sono arrivati da Marco Galateo (FdI): «L’assessore Bessone è stato costretto ad abbandonare i banchi della giunta per presentare una mozione tra i consiglieri. Bene nel merito, ma che non sia solo propaganda elettorale».

La replica
«Con la mozione», rivendica Bessone, «sono riuscito a portare all’attenzione un problema sociale reale che vivono quotidianamente genitori separati o divorziati. Ogni anno più di 450 uomini abbandonano l’abitazione coniugale, con pesantissime conseguenze finanziarie».













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