L'INTERVISTA Luisa gnecchi vicepresidente inps 

«Partite Iva, tutti riceveranno il bonus da 600 euro» 

Sito dell’Istituto in tilt. «Colpa anche dell’attacco degli hacker» «Alle varie misure messe in campo hanno diritto 18 milioni di italiani Una massa enorme. C’è stata qualche falla ma tutti riceveranno tutto»


Paolo Campostrini


Bolzano. Luisa Gnecchi l'ha visto il lavoro degli hacker. Il brutto lavoro. «Ci sono i grafici, sembrano elettrocardiogrammi - dice la vicepresidente dell'Inps - si notano le ore degli attacchi. Soprattutto nella notte». Dopo, è stata una giornata da incubo per l'istituto. Un prolungato ko: la corsa degli utenti fin dall'alba per garantirsi l'accesso, sistema in tilt, nomi che apparivano e sparivano e poi tutti contro Tridico, il presidente, da destra e da sinistra. Ieri è andata meglio. Luisa Gnecchi, bolzanina, ex assessora provinciale, ex deputata dem, è stata in videoconferenza coi suoi fino alle tre del pomeriggio. Ammette: «Certo, non è stata tutta colpa degli attacchi informatici... Ma non hanno aiutato. Come pure l'enorme platea dei richiedenti. Qualcosa è saltato...». Ora ha qualche minuto di tregua la neo vicepresidente nazionale («Ho la nomina ufficiale, aspetto l'insediamento del nuovo cda Inps per formalizzarla» corregge). Ma non sono ore semplici, le sue. Le riunioni si susseguono. Come le relazioni dei tecnici, fin dalla primissima mattina. L'Inps prova a rimettersi in piedi.

Si è data una spiegazione di quello che è accaduto l'altro giorno?

Quella più assolutoria riguarda gli attacchi degli hacker.

Ma sembra non siano stati decisivi...

Io li ho visti. Sono stati notturni e pesanti. Certo, non bastano per giustificarsi.

E cosa invece?

Faccio due conti: tra persone che hanno chiesto o chiedono o hanno diritto al bonus dei 600 euro, congedi parentali, cassa integrazione e tutto il resto del ventaglio dei benefit , si tratta di una platea di 18 milioni di cittadini. Dico, diciotto milioni.

Era previsto?

Ma non tutti insieme. È accaduto, per quei misteri che corrono in rete, che si era sparsa la voce che i primi che arrivavano avrebbero avuto i fondi, gli ultimi magari no. Naturalmente non era e non è vero.

Ma ci sono stati errori che non rifarebbe?

Il primo di aprile, per dirla tutta, non era una data come le altre (sorride ndr). Seriamente: non si è messo nel conto uno tsunami di accessi tutto insieme e tutto nelle prime ore.

C'è stata anche una falla nella privacy?

Per un periodo troppo lungo chi entrava poteva vedere il nome di quello che l'aveva preceduto nella richiesta. Ma solo il nome. Naturalmente non doveva accadere. Ma, ripeto, solo il nome e non tutto il resto, come la cifra richiesta e altri dati sensibili. Non riaccadrà.

Perché ne è sicura?

Nulla c'è di strasicuro, di questi tempi. Ma lo siamo per quanto ci è possibile perché sono state poste in essere una serie di procedure di filtraggio degli accessi. Non sarà possibile infilarsi tutti insieme e tutti in una volta. Dalle 8 di mattina e fino alle 16 potranno farlo gli intermediari, magari portatori di più domande. Poi tutti gli altri cittadini.

In sostanza, un alleggerimento.

E solo per questi giorni. Poi vedremo come sarà andata e quante domande saranno state smaltite. Ma non credo accadrà più quello che è successo il primo aprile. Aggiungo che il sito non è mai stato fermo. Qualche volta ha rallentato, ma anche per problemi di appesantimento della rete generale.

Quale altro schema vi siete dati?

I patronati possono fare domanda per i cittadini. Anche per tutti quelli che chiedono la loro attivazione. I consulenti potranno invece accedere solo per le richieste di cassa integrazione non per il bonus.

C'era bisogno di tutta questa fretta nella comunicazione?

Diciamo questo: il governo ha messo in campo in pochi giorni una ulteriore manovra da 25 miliardi. Lo ha fatto dunque molto in fretta. E altrettanto velocemente ha voluto dare un segnale che questi benefit sarebbero arrivati subito. Lo saranno certamente. Ma, ripeto, questa fretta ha contagiato un po' tutti i 18 milioni di beneficiari.

Sono tante le tipologie di contributo. Anche questo ha contato?

Certo. Dai 600 euro al baby sitting, a quello per i privati e poi i pubblici, i mille euro per i sanitari, la cassa integrazione così estesa. È stata una grande prova di buona volontà ma un grande carico. Poi, in Alto Adige esiste un ulteriore regime di domande anche per la cassa. Che magari agevolerà lo smaltimento.

Cosa sente di dire adesso ai milioni in attesa degli aiuti?

Innanzitutto voglio dire che le persone che possono ottenere un beneficio individuale sono una massa enorme. Ma voglio rassicurare tutti: hacker o no, falle o meno, tutti avranno quello che spetta loro. Siamo partiti con un inciampo il primo giorno ma ora la macchina Inps va.

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