«Patto con la Lega? Anche sulle europee paletti precisi» 

L’europarlamentare Dorfmann punta al terzo mandato «Sui migranti l’Ue ha fallito, ma i diritti civili non si toccano»  


di Francesca Gonzato


BOLZANO. La strada per la giunta provinciale passa attraverso Bruxelles. Le trattative dopo il voto del 21 ottobre non potranno prescindere dall’accordo sulle elezioni europee di maggio. E’ stato così anche nelle ultime due tornate: il Pd, come partner a Palazzo Widmann, ha garantito l’elezione di Herbert Dorfmann, attraverso l’accordo elettorale sulle europee. Ci sarà ancora il Pd, o nuovi alleati, magari la Lega? E con quale visione per l’Europa? Saranno elezioni decisive. Ne abbiamo parlato con Dorfmann.

Si candiderà per un terzo mandato?

«Mi sono dichiarato disponibile, ma il partito non ha ancora deciso. È troppo presto. E lo statuto della Svp prevede primarie».

Il leader leghista Salvini incontrando il premier ungherese Viktor Orbán ha inaugurato la campagna elettorale per le europee, lanciando una offensiva contro l’Ue come la conosciamo. Dal suo osservatorio a Bruxelles quali scenari immagina?

«La Lega, la Fpö austriaca e altri partiti affini stanno cercando di costruire una alleanza alla destra del Ppe, il Partito popolare europeo, dove ora siede il partito di Orbán. Al polo opposto potrà sorgere una alleanza attorno a Macron. Insomma, da un lato un raggruppamento ispirato al presidente francese, con un elettorato giovane, cittadino, urbano, liberale, filo europeo e dall’altro un polo euroscettico, nazionalista, non molto giovane. Il prossimo Parlamento europeo sarà molto diverso dall’attuale: con il “mio” Ppe in difficoltà, insieme alla socialdemocrazia europea, emergeranno queste nuove forze, da un lato liberali e dall’altro euroscettiche. Sono curioso: il M5S dove si collocherà?».

In questo scenario dovrete organizzare la prossima candidatura.

«L’accordo sulle europee si è sempre retto su due condizioni: che la Svp potesse avere la propria lista, a differenza di quanto fatto da Piust Leitner (Freiheitlichen), candidato nella lista della Lega, e che l’eletto della Svp decidesse il gruppo politico cui iscriversi: infatti sono nel Ppe e non nel gruppo degli europarlamentari del Pd, anche se con molti di loro collaboro strettamente. La Svp è un partito popolare di centro, di ispirazione cristiana, questo è il mio profilo».

I vertici leghisti puntano esplicitamente a subentrare al Pd a Palazzo Widmann. Saranno disponibili dunque anche a un accordo con voi sulle europee?

«La posizione adottata dalla Svp è corretta: gli accordi sulla giunta si fanno dopo il voto. Si danno troppe cose per scontate. Serve una maggioranza di almeno 18 eletti e spero che gli italiani tornino a votare ed eleggano più di cinque consiglieri: avere un solo assessore italiano non rispecchia la nostra realtà».

Ma le europee? Ufficiosamente ne starete parlando.

«Salvini è stato chiaro: hanno una ambizione sul governo provinciale. Le coalizioni si fanno in due: la Svp si allea con chi difende l’autonomia e ha una posizione a favore dell’Europa. Non possiamo allearci con chi esterna posizioni euroscettiche. Vedo che la Lega rivendica posizioni autonomiste».

Se sceglierete la Lega, sceglierete anche Orban e l’alleanza sovranista. La Svp può fare questo passo?

«Seguo Orban da dieci anni. Si è spostato sempre più su posizioni critiche, ma va detto che l’Ue e alcuni Stati sui temi dell’immigrazione hanno fallito. Se si dice che i confini esterni vanno difesi, allora lo si deve fare e non sono spettacoli piacevoli, perché parliamo di respingimenti. A Bruxelles troppi politici fanno discorsi della domenica. Se non si farà sul serio, le forze di destra saranno sempre più forti e i migranti continueranno a morire e a pagare prezzi sempre più alti per un viaggio che sarà più difficile, ma non impossibile».

Orban è sotto accusa per il restringimento dei diritti civili in Ungheria. È questa la «nuova» Europa immaginata da quella alleanza?

«Ecco, su questo bisogna essere chiarissimi: se discuti sui diritti fondamentali, metti a rischio la stessa Unione europea: libertà di stampa e di espressione, parità uomo-donna, tolleranza. Le grandi libertà sono l’essenza stessa dell’Unione europea. La possiamo criticare e migliorare, ma restringere i diritti significa precipitare nel nazionalismo puro. Dobbiamo difendere questa ricchezza».

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