Piazza Don Bosco, il “non-luogo” che cerca un’anima 

Progetto del Comune. L’assessora Lorenzini prepara un promemoria  per un concorso di architettura che coinvolga anche via Sassari


PAOLO CAMPOSTRINI


Bolzano. Piazza Don Bosco dalla mortificazione di essere stata ridotta ad uno snodo viabilistico, ad un possibile ritorno al futuro.

Che sarebbe poi il recupero virtuoso di un intero passato.

Dentro il quale tutto un quartiere, se non la stessa Bolzano "italiana" , più che operaia e popolare vi si identificava.

E la notizia è che questo scenario non è più solo un'idea ma prende la forma di un "promemoria". Che prova a coinvolgere trasversalmente una serie di competenze, dalla mobilità all'urbanistica, alla cultura.

Già si sono svolti colloqui formali tra giunta e categorie: la Confesercenti ha incontrato prima Marialaura Lorenzini - assessora all’ambiente ed alla nobilità - e poi Juri Andriollo - assessore alla cultura ed al sociale - e a giorni, appena finito l'imbuto ferragostano, ne seguiranno di informali sia dentro che fuori gli assessorati.

Riassume tutto la Lorenzini: "Lo schema sarebbe questo: elaborare un concorso di architettura per la piazza ma anche per tutto il quadrante urbano che vi fa riferimento, con le vie annesse, mettere insieme le proposte anche del commercio e elaborare un progetto organico, non solo di riasfaltatura o arredo urbano, per far tornare piazza Don Bosco uno spazio vivibile e funzionale alle attività dell'intero rione".

Aggiunge Mirco Benetello di Confesercenti: "Noi ci siamo. Anzi, ho chiesto io di incontrare l'assessora. Come ho fatto col suo collega Andriollo. Noi abbiamo un progetto di "cultura diffusa" nel quartiere per rilanciare anche il commercio come luogo non solo di vendita ma anche di eventi popolari coinvolgenti ".

E il direttore rivela di avere per le mani un dossier specifico per via Sassari.

La strada da cui la piazza si diparte dovrebbe essere fatta oggetto, questo dice la proposta, di un intervento specifico di riqualificazione ,sullo schema di quelli posti in essere per Corso Libertà o via Torino. Una sorta di nuovo centro commerciale naturale, ma proiettato in sinergia col rilancio di piazza Don Bosco.

Perché nel promemoria, in realtà, non si parla solo di piazza.

Eccolo - in estrema sintesi - nei passaggi più significativi:

1) piazza Don Bosco va rilanciata con un concorso di architettura, non più solo con interventi di manutenzione o verde;

2) il concorso riguarderebbe l'intero quadrante, inteso come vie limitrofe, partendo proprio da via Sassari per integrare intervento architettonico, rilancio commerciale, studio di eventi funzionali alla rivitalizzazione e inquadrati del ridisegno della piazza stessa;

3) i tempi prevedono la presentazione di una idea iniziale in giunta per non sovrapporsi alle competenze dei singoli assessorati ma trovando integrazioni operative, perchè il bando tocca vari interessi e ambiti, dal commercio alla viabilità, dall'urbanistica alla cultura e finora le attenzioni sul luogo si sono dipanate attraverso interventi non unitari ed estemporanei .

"Insomma, non voglio pestare i piedi a nessun collega di giunta - rivela Marialaura Lorenzini - ma con un promemoria scritto gli altri assessori e naturalmente il sindaco potranno inserire i vari percorsi complementari. Ecco, questa mi sembra la strada maestra. Lo presenterò in giunta quanto prima".

Al centro, come detto, il concorso di architettura su piazza e quadrante contiguo.

Cosa dice, politicamente e in termini di storia della città, questa iniziativa ancora allo stato embrionale ma già sul tavolo delle categorie?

La prima questione che emerge è uno scarto notevole col passato: si riconosce in sostanza che sulla piazza sono stati fatti degli errori, la si è gestita cioè come spazio e snodo urbano e non nello spirito del suo passato fortemente identitario. L'altro scarto è costituito dal concorso unitario. Si vuole evitare, come è accaduto più volte, che piazze e vie siamo viste come luoghi "a sè", da gestire di volta in volta rispetto a singole esigenze magari di semplice manutenzione o riqualificazione e limitata, magari, alla sola pavimentazione o alla stesura del verde. Il concorso, invece, induce la giunta a tracciare le cornici complessive rispetto alla qualità urbana. "È quello che vogliamo - anticipa a sua volta Benetello - perché noi o le altre categorie o interessi specifici, possiamo proporre eventuali contenuti ma è il Comune che dovrà costruire la cornice di riferimento entro cui dispiegare gli interventi". Insomma, uno scenario. E non più solo una singola scena. In cima, c'è la volontà di far tornare piazza Don Bosco quello che era. " È se si riuscirà ad approvare promemoria e magari anche cornice complessiva del bando prima della fine della legislatura - aggiunge l'assessora -tutto questo potrà rimanere come patrimonio anche per quella che subentrerà ". ©RIPRODUZIONE RISERVATA.













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