Piazza Matteotti, i lavori ora finiscono in tribunale
Il Comune ha deciso la risoluzione del contratto d’appalto con l’impresa vincitrice, che a sua volta ha citato il municipio in giudizio. Incaricate altre ditte
Bolzano. Piazza Matteotti senza pace ha una ragione: dal 15 aprile scorso il Comune ha deciso la risoluzione del contratto di appalto con la ditta impegnata nella riqualificazione. Troppi contrasti , equivoci , zone grigie evidentemente. Via , basta collaborazione.
Questa decisione, a cascata, ha provocato a sua volta la reazione della ditta, che ha notificato al municipio stesso una citazione in giudizio per asserita «illegittimità del provvedimento di risoluzione». Si va per tribunali.
Questa battaglia, finora sotterranea, è emersa ieri nei suoi possibili contenuti anche in termini operativi riguardo ai ritardi nei lavori della piazza, quando la giunta ha deciso di incaricare un consulente tecnico «a supporto della causa legata alla risoluzione del contratto di appalto per l’edificazione della nuova piazza Matteotti».
A sua volta Caramaschi ha aggiunto: «Il costo previsto per il supporto sarà di tremila euro e ci servirà per riordinare carte e archivio in Comune che si riferiscono alla questione».
Dunque, senza entrare nei contenuti specifici della causa nei torti o nelle ragioni, quello che emerge è che le vicende legate al recupero architettonico di quel luogo così identitario per Bolzano e i suoi quartieri, sarebbero state fortemente condizionate dal rapporto tra ente pubblico e ditta privata. Rapporto che ha evidentemente visto deteriorarsi anche le situazioni di relazioni tecniche e personali tra i settori impegnati nell’operazione riqualificativa.
Un deterioramento che non può non aver inciso anche sulla tempistica, sull’agenda dei lavori e sulle forniture. Fin dal 15 aprile scorso così, e in Comune lo si conferma, sono altre ditte ad essere state chiamate per completare il progetto. E anche le panchine, installate nei giorni scorsi, pare siano provvisorie, in attesa di avere in consegna quelle pattuite.
E un’altra ditta ancora è stata impegnata nella levigatura del fondo. E da un’ altra azienda si attendono i materiali per approntate
il lungo porticato contemporaneo che costruisce uno degli elementi più identificativi dell’idea progettuale dello studio Calderan e Zanovello.
Non solo il Covid e i conseguenti lockdown sono dunque alla base dei molti rinvii nell’attuazione del calendario operativo ma anche le incomprensioni e i contrasti tra centrale appaltante e ditta incaricata.
Una cosa è certa. Fin dai tempi in cui il Comune fu costretto a rifare il bando di assegnazione , poi spezzettato in una seconda versione, per ovviare alla mancanza di candidature, sembra che una cattiva stella si sia posizionato sul cielo sopra Matteotti.
Il quale busto, almeno lui, tornerà nella sua antica posizione centrale a breve subito dopo ferragosto.
Del resto, che comunque prosegue seppur a fatica, si parlerà molto soprattutto in tribunale.
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