Piazza Mazzini, raccolte 370 coperte 

L’iniziativa “Chiedimi perché ho freddo” per i senzatetto. Sono almeno 150 le persone che non sanno dove dormire. Tanti stranieri ma anche gente “normale” schiacciata dai prezzi degli alloggi a Bolzano e da impieghi a termine. Dal primo gennaio distribuite 500 coperte


Paolo Campostrini


Bolzano. Almeno 150 persone in città non sanno dove dormire (95 sono ospitate presso il ricovero notturno straordinario di via Comini in Zona, mentre almeno altre 100 vivono in strada). Perché è tra quei letti dell'assistenza " a bassa soglia " che non si incontrano più solo i clochard ma anche chi lavora di giorno e non trova una casa per la notte. Umanità con contratti a sei mesi, stranieri che servono nei ristoranti, separati senza un soldo per permettersi un affitto . "E anche qualcuno dell'Università" dice Davide Monti della coop River Equipe.

Gente schiacciata dai prezzi degli alloggi a Bolzano e da impieghi a termine. E ieri in piazza Mazzini c'erano le bancarelle della solidarietà organizzate proprio da River Equipe, Volontarius e San Vincenzo . "Chiedimi perché ho freddo" era lo slogan. Solo che oggi chi, con pudore, vorrebbe farselo chiedere è gente che non ti aspetti. Che non dorme sulle panchine ma che ti potresti trovare a fianco sul lavoro. La differenza è che tu hai una casa e un letto e loro no. C'era anche la facoltà di Design della Lub, ieri in piazza. Guidati da Kuno Prey i ragazzi hanno passato questi ultimi otto giorni a inventarsi strumenti perché chi non può altro, possa proteggersi dal freddo e dalle notti bolzanine. Sostenuti da Salewa ne hanno pensate di tutti i colori. Un albero con le grucce, ad esempio. "Lo mettiamo davanti al Duomo - spiega il docente già preside della facoltà - con sopra una calza, una maglia. Chi non ne ha può passare e scrivere la sua misura. Qualche signora, magari il giorno dopo, armata di buona volontà potrà fargliela trovare la sua taglia di calzini di lana...". E poi un laboratorio di cucito, gestito sempre dagli studenti, per capire che succede di così complicato nelle vite bolzanine di frontiera. Intanto, ieri in piazza, si invitavano i passanti a lasciare una coperta, magari lisa ma ancora calda, passata di moda tuttavia preziosa per chi si trova a passare la notte in strada. E ieri ne sono arrivate 370! Davide Monti dice che il tema non è più e non solo dare un tetto ai nostri clochard, quelli sono una minoranza: “ Dobbiamo uscire dal l'assistenza a bassa soglia e entrare nel mondo normale. Perché è gente normale quella che non ha più da dormire". I sommersi e non ancora salvati. "C'è il dramma dei separati - continuano quelli di Volontarius - che si sono visti portare via la casa perché è andata alla ex moglie con i bambini e che per un po' tirano avanti. Poi bussano ai dormitori ..." . Fenomeno che a Bolzano riguarda quasi esclusivamente i maschi italiani. E c’è il dramma anche degli intellettuali. Di chi " ha studiato". Anche insegnanti superiori. Giovani e no sfiniti dalla ricerca senza prospettive di una casa con un affitto praticabile, magari in linea con quello che pagavano nelle loro città di provenienza. È, portato all'estremo, l'allarme lanciato dallo stesso rettore Paolo Lugli quando chiede misure e contributi per alloggi dedicati a studenti e docenti. "Lavoro ma non posso permettermi una casa " ecco l'invocazione che le coop raccolgono sempre più spesso. Che serve?" Non solo dormitori ma alloggi per questa fascia al limite della povertà, azioni politiche e sociali per accompagnare percorsi di crisi improvvisa " dicono i cooperanti. È dunque non più il solo disagio psichico strutturale, che spesso connatura chi sceglie la strada è sfugge anche all'assistenza ma un nemico più sottile, la depressione per una vita che d'improvviso cambia direzione e precipita. Politiche flessibili e composite. Ecco le nuove esigenze della Bolzano 2.0. Il Comune?" Ci ascolta molto - ammettono le coop - ma serve un cambio di passo anche culturale di tutti". Una mano ai clochard nell'assisterli ma poi una inedita attenzione ai confini della società, in quella terra di nessuno dove non si chiede la carità ma magari, un'idea, un progetto per non essere costretti a chiederla domani. Quindi alcuni dati. La campagna di sensibilizzazione promossa dal progetto “Oltre la Strada”, attivo con 6 operatori e 25 volontari a Bolzano e Merano ci ricorda che dal 1° gennaio 2019 ad oggi, gli operatori e i volontari hanno distribuito 500 coperte, oltre a scarpe, giacche e zaini. Dal 1° gennaio al 30 settembre, l’unità di strada ha effettuato 13.766 contatti con circa 1.850 persone diverse, ha realizzato 3.226 ascolti, 459 interventi di distribuzione coperte e vestiario e 281 accompagnamenti (per questioni sanitarie, burocratiche, ricerca lavoro ecc.). Un’umanità sommersa.













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