Piste da sci, ora c’è il protocollo 

Approvato dalla Conferenza delle Regioni. Capienza degli impianti limitata, contingentamento degli accessi, mascherine chirurgiche Il Dolomiti Superski: «Pronti a ripartire il prima possibile». Ma Alfreider: «Difficile dire ora se si potrà prima del 15 febbraio, aspettiamo i dati Covid»



Bolzano. La conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha ratificato il protocollo per la riapertura delle piste da sci, che nel resto del Paese dovrebbe avvenire il prossimo 15 di febbraio, ossia in un periodo normalmente di stagione sciistica già assai avanzata. Ma che in Alto Adige potrebbe anche avvenire prima, se la giunta provasse ad accelerare a livello provinciale, come già fatto su altri fronti, magari consentendo la riapertura ai soli residenti di parte degli impianti. A livello locale, dal Dolomiti Superski si dicono ottimisti e sono pronti a partire appena possibile, mentre gli operatori commerciali dell’indotto esprimono grandissima preoccupazione. Lo hanno dimostrato ieri i negozianti di articoli sportivi della val Gardena, in una accorata lettera alla giunta provinciale dalla quale emerge la disperazione di chi normalmente porta a casa il 70% del fatturato annuo fra natale e pasqua ma quest’anno teme di non incassare quasi nulla. «Occorrono dei ristori provinciali». Intanto, sul fronte politico, l’assessore Daniel Alfreider esprime soddisfazione per la ratifica del protocollo con le osservazioni apportate dalla Provincia: «È tutto pronto per partire, ora a contare sono solo i dati sulla pandemia. Un’apertura anticipata rispetto al 15 febbraio per l’alto Adige oggi appare prematura da prevedere. Eravamo pronti a partire anche il 7 gennaio, potremmo pensare a una riapertura parziale di alcuni, almeno per i residenti, ma dobbiamo attendere i dati. Ci siamo preparati, continueremo a farlo sulla scorta degli ultimi dettagli del protocollo ratificato a Roma. Ma è difficile anche per noi dire quando si potrà riaprire. Prima del 15 febbraio, con gli spostamenti fra le regioni assai limitati, sarà difficile dare vita a un’attività seria del turismo invernale».

I dettagli del protocollo

Finora il testo definitivo ratificato dalla Conferenza delle Regioni non è stato diramato e quindi in dettaglio non si conosce, ma i punti cardine, assicura Alfreider, sono chiari. E sono questi: capienza al 100% per skilift e seggiovie aperte, ridotta al 50% se si cala la cupola per via di vento o nevischio, stessa percentuale di copertura dei posti per le cabinovie chiuse. Uso della mascherina chirurgica. Contingentamento a livello quotidiano e settimanale degli afflussi agli impianti, sulla base di determinate chiavi di calcolo da declinare a livello locale, tramite una sorta di delega a decidere data ai singoli comprensori sciistici a seconda della loro conformazione, della numerosità degli ingressi alle piste e agli impianti eccetera. Si dovrà inoltre sempre garantire la distanza interpersonale di un metro ed essere attivamente preparati per evitare in maniera adeguata ed efficace la formazione di assembramenti.

Pesa il quarto mancato avvio

L’ennesimo ulteriore rinvio dell’inizio della stagione invernale 2020-21 è stato un brutto colpo, non solo per tutto il sistema Dolomiti Superski, ma per tutto il comparto turistico invernale a livello nazionale, che comprende il settore ricettivo, la gastronomia, il commercio, i trasporti, i servizi di attrezzatura, le scuole di sci e tutti coloro che fanno parte della filiera. «Sulle Dolomiti, l’intera filiera turistica era pronta a partire, sia a dicembre, che dopo l’Epifania e tanto più il 18 gennaio. Purtroppo, l’evoluzione dei contagi ha reso chiaro che non c’erano le condizioni per avere il via libera da parte del Governo. Ne abbiamo preso atto con senso di responsabilità, anche se con grande rammarico», chiarisce il presidente di Dolomiti Superski, Andy Varallo. Anche l’eventualità di permettere l’utilizzo degli impianti di risalita ai soli residenti – prospettata qualche giorno fa dalle Province Autonome di Bolzano e Trento, avrebbe rappresentato per tutto il settore un segnale estremamente positivo e avrebbe consentito tra l’altro ai tanti bambini residenti nelle due province, di poter praticare una attività sportiva all’aria aperta. Ipotesi, questa, «per la realizzazione della quale Dolomiti Superski si è impegnato con grande entusiasmo».

Si vuole resistere

Ma tutti i brutti colpi subiti fino ad ora non hanno scalfito l’ottimismo e lo spirito imprenditoriale che caratterizzano da sempre le genti di montagna. «Sento molti colleghi e operatori della filiera ancora parecchio fiduciosi e determinati a dare comunque inizio alla stagione, anche se molto in là come calendario» aggiunge Varallo. «Le condizioni di innevamento naturale sono eccezionali, le piste sono in ogni caso state preparate alla perfezione e anche la Pasqua quest’anno cade in un periodo favorevole in termini di calendario. Tutti questi presupposti ci danno motivazione e ci mantengono ottimisti nei confronti di uno svolgimento dignitoso di quanto rimane dell’inverno in corso».

Impegnati da mesi

Il Dolomiti Superski, prosegue Varallo, si è costantemente impegnato, assieme agli altri operatori del settore, per creare i migliori presupposti volti a garantire l’inizio e lo svolgimento della stagione turistica invernale nella maggior sicurezza possibile. Gli impiantisti si sono sempre fatti trovare pronti, sia per la paventata apertura agli inizi di dicembre, poi per Natale, poi il 7 gennaio, così anche per il 18 gennaio 2021. «Ci siamo preparati con grande impegno fin dalla scorsa estate per mettere a punto misure operative che minimizzassero i rischi legati ai contagi da Covid-19 (si veda a tale proposito il progetto We care about you sul sito dolomitisuperski.com, ndr). Abbiamo collaborato intensamente con le autorità e con il Comitato tecnico scientifico alla elaborazione di un sistema di regole, mettendo sempre al primo posto la sicurezza degli sciatori».

Il via libera statale

«L’approvazione da parte del Cts del protocollo di funzionamento degli impianti di risalita, e la validazione dello stesso avvenuta da parte della Conferenza delle Regioni - spiega Marco Pappalardo, direttore marketing del carosello sciistico più grande al mondo - «rappresentano un passo importantissimo che consente finalmente di dare certezze e di intravedere la luce in fondo al tunnel». Fino a ieri infatti, in mancanza di tale protocollo, non vi era alcuna possibilità di mettere in esercizio gli impianti di risalita. «Il Dolomiti Superski rimane comunque fiducioso di poter mettere in moto i propri impianti di risalita entro il 15 febbraio, potendo così dare il benvenuto agli appassionati di sci sulle piste delle Dolomiti anche nella stagione 2020-21». DA.PA













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Valeria Frangipane

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