SANITA'

Pronto soccorso, nel 2018 superati i 75 mila accessi

Sono più della metà gli interventi che non presentano caratteri di urgenza



BOLZANO. Ogni anno entrano al Pronto soccorso del San Maurizio più di 75 mila persone (75.886). «E più della metà - ha ripetuto un’infinità di volte il primario Mario La Guardia - non ha alcun bisogno del servizio d’emergenza e magari si lamenta perché deve aspettare 3 ore per tutta una serie di esami e visite specialistiche».

In totale nei 7 ospedali dell’Alto Adige le prestazioni al Pronto soccorso arrivano a quota 248 mila (248.646). E si calcola appunto che le prestazioni non urgenti rappresentino circa la metà del totale.

I codici verdi sono in media 34.293 e quelli bianco/blu 2.683. L’ospedale ricorda che il paziente con codice verde non è in pericolo di vita e viene assistito dopo i casi più urgenti. Il codice bianco indica poi i meno gravi. Generalmente si tratta di situazioni che dovrebbero essere risolte dal medico di famiglia. I pazienti vengono assistiti, ma solo dopo che il personale ha risolto i casi urgenti. «Se vi facciamo aspettare è perché c'è qualcuno che sta peggio di voi».

«Ricordate - si legge nel sito - che il Pronto Soccorso è un servizio per le emergenze. Per certificati, ricette, controlli (assistiamo alle richieste più varie) esistono medico di famiglia, servizi ambulatoriali, Guardia medica. Quindi, ogni qualvolta la sintomatologia accusata è gestibile con una visita, è opportuno rivolgersi al medico curante, che tra l'altro conosce il paziente, dispone di tutti gli elementi di valutazione per indirizzarlo opportunamente. È importante ricorrere al Pronto soccorso solo nei casi di effettiva urgenza evitando di appesantire la struttura con richieste che possono essere differite o soddisfatte in altre strutture territoriali».

Maria Elisabeth Rieder e Franz Ploner - consiglieri provinciali Team K - contestano i cambiamenti previsti dall’assessorato per il Pronto Soccorso. Thomas Widmann spiega infatti che da quest’autunno il paziente che arriverà al Pronto soccorso, verrà visitato al triage e gli verrà detto se la prestazione di cui necessita ha carattere di urgenza oppure è differibile. «Nel caso sia differibile e il paziente voglia comunque ottenere la prestazione, pagherà una somma che dobbiamo ancora quantificare». «Ma se Thomas Widmann vuole “educare e non punire” - dice il Team K - deve partire dal fatto che i cittadini hanno bisogno di chiarezza su dove possono rivolgersi. Si deve garantire loro che l’accesso a medici specialisti o generici sia H 24, in tutta la provincia. Se i cittadini hanno bisogno di assistenza o consulenza medica e non c’è la disponibilità continua di un medico di base o uno specialista, dove altri dovrebbero andare?».













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