Bolzano

Proposta Zoeggeler: un’arena spettacoli in piazza Vittoria 

Il recupero dell’asse di Corso Libertà. L’architetto: «Più degli alberi servono eventi per portare la gente dall’altra parte del Talvera. È molto più bella e duttile di piazza Walther; può essere il motore per il rilancio di tutta la zona»



BOLZANO. «La questione, quando si parla di corso Libertà o di piazza Vittoria, non è metterci alberi o altri arredi, ma farci arrivare le persone. Abbattere quella barriera invisibile costituita da ponte Talvera. Farne un luogo di cui si dice: lì succede qualcosa, andiamoci...». Ecco come la mette Oswald Zoeggeler. La mette rovesciando il problema. Del tipo: se lasciamo troppi vuoti finisce come in piazza Tribunale. Bella ma algida.

Tanto che proprio lui, lo scopritore intrepido della Bolzano razionalista (intrepido perché allora, quando lo fece, decenni fa, ci voleva coraggio a farlo perché quella città era vista solo come “fascista”) , lui l’architetto sudtirolese in grado di valorizzare i quartieri piacentiniani e di difenderne la purezza di “ insieme”, ha deciso di provare a riempirli, quei vuoti modernisti. Di gettare il cuore (progettuale ) oltre l’ostacolo (l’insieme intoccato).

Ebbene, il progetto di Zoeggeler per togliere finalmente quel quadrante dal torpore prevede di trasformare piazza Vittoria in un contenitore di eventi. Di dotarlo di una infrastrutturazione quasi teatrale, così da farne il fulcro delle attività cittadine.

«Piazza della Vittoria è molto più grande e bella, visti i palazzi che la circondano, che non piazza Walther. Al confronto - azzarda l’architetto - l'unica vera piazza bolzanina risulta essere proprio questa, quella accanto al monumento. La piazza del Walther, invece, è un po’ rustica...».

L’idea, dunque, che sta alla base di quella scenografica copertura, di quel palco su cui proiettare ogni cosa, del giardino del monumento così connesso e vibrante nei suoi percorsi, verte proprio su un obiettivo: rendere quel luogo centrale.

Indurre tanti, se non tutti, a prolungare il loro percorso oltre via Museo per una semplice ragione: lì, in piazza della Vittoria stasera succede qualcosa di imperdibile, bisogna recarvisi. Con la piazza a far da volano di attrazione, tutto il corso diverrebbe il naturale prolungamento del nuovo percorso urbano.

«Inutile affannarsi a costruire eventi estemporanei tra i portici, che poi durano lo spazio di una settimana - osserva ancora Zoeggeler - se non si costruisce qualcosa di stabile, un nuovo polo, una piazza - comunità in cui non c’è solo commercio ma cose da vedere. Il commercio seguirà a ruota» .

Come oggi accade per piazza Walther: la gente ci va comunque, anche senza l’agenda del giornale in mano perché sa che prima o poi li succederà qualcosa. Insomma, Zoeggeler è andato dritto all’obiettivo (superare il confine invalicabile del Talvera ) evitando “giri di frase”.

Questo suo progetto, in verità, l’architetto lo ha presentato in Comune. Ma non è stato preso in considerazione. I parametri erano chiari: lasciare la piazza vuota. Una direttrice che lui, Zoeggeler, ha certamente avuto ben presente da decenni ma che ora cozzerebbe con l’obiettivo primario: dare vita alla città oltre il Talvera.

«Ho paura che non basteranno un po’ di alberi lungo il corso a ridargliela» commenta oggi.

Per questo, la sua riflessione sul possibile riuso sociale e culturale di piazza Vittoria, rientra prepotentemente nel dibattito riapertosi in questi giorni sull’eventualità di arredare il corso con piante o statue. «Lo snodo di quel quartiere è la piazza, e sembra che sia lì ad aspettare che se ne faccia qualcosa» conclude.

E così ha reso pubblico il suo disegno della nuova piazza. Con questa immagine di contemporanea funzionalità, di uso dello spazio per crearne delle funzioni.

Come un faro che sia in grado di proiettare il suo richiamo anche verso la città antica, quel centro storico che oggi mangia tutto quello che trova e che lascia al di fuori di se ben poco. P.CA.













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