Protezione civile, tutto perfetto
Bolzano. Alle 9.22, il cupo e ripetuto suono della sirena ha riportato le lancette del tempo indietro di oltre 75 anni, quando sirene simili a quelle di ieri annunciavano ai bolzanini l’avvicinarsi...
Bolzano. Alle 9.22, il cupo e ripetuto suono della sirena ha riportato le lancette del tempo indietro di oltre 75 anni, quando sirene simili a quelle di ieri annunciavano ai bolzanini l’avvicinarsi dei bombardieri con il loro carico di morte. Anche ieri, come accadeva prima dei bombardamenti, la città s’è svuotata, offrendo uno spettacolo irreale e spettrale. Uno spettacolo che solo le macchine fotografiche e le telecamere, piazzate negli angoli e nelle strade della città, hanno potuto immortalare.
Ma quella di ieri non è stata un’azione di guerra e i bolzanini residenti della Zona rossa, seppur turbati da una comprensibile inquietudine, hanno avuto tutto il tempo di lasciare le loro abitazioni e di mettersi al riparo con la certezza di potervi tornare di lì a poco. Manuela La Bella, che abita nel palazzo le cui finestre si affacciano proprio sulla buca in cui giaceva la bomba, ha voluto ringraziare gli artificieri del 2° Reggimento guastatori alpini, di stanza a Trento, preparando loro un buon caffè. Prima di abbandonare il suo appartamento, la simpatica bolzanina s’è presentata, sorridente, ai militari con tanto di vassoio, tazzine e zuccheriera. Un gesto simpatico che ha colto piacevolmente di sorpresa gli specialisti dell’esercito, che hanno sorseggiato il caffè prima di rendere inoffensivo gigantesco e pericoloso “confetto” ripieno di 120 chili di tritolo. Un ultimo momento di chiassoso divertimento prima che sul centro di Bolzano calasse un silenzio irreale. Nessun rumore di vetture, nessun treno in arrivo, nessun rombo di mezzi sfreccianti sul cavalcavia dell’A22. Un silenzio assordante, rotto, solo un paio di ore più tardi, quando un uomo, spuntato all’improvviso e probabilmente uscito da una delle abitazioni di via Trento, è arrivato oltre metà di ponte Loreto e s’è avvicinato all’area transennata, proprio dove gli artificieri avevano realizzato una sorta di contenitore cilindrico in cui, di lì a pochi istanti, avrebbero fatto brillare le due spolette dell’ordigno. Alle urla dei militari, che hanno immediatamente sospeso le operazioni, l’uomo s’è allontanato, facendo un cenno con la mano, quasi infastidito. Quando la situazione è tornata alla normalità e si è avuta la certezza che non ci fosse più nessuno all’interno della Zona rossa, i guastatori alpini hanno provveduto alla distruzione delle spolette. Poco dopo, la sirena, il cui suono è parso a tutti più dolce di quello della prima, ha comunicato alla città che l’emergenza era finita. «La spoletta anteriore – spiega l’artificiere, il sergente maggiore Francesco Loiodice – era parecchio danneggiata, sia dall’impatto al suo che dal tempo. Abbiamo fatto in modo di neutralizzarla e tutto è andato per il meglio». Un’operazione portata a termine grazie ad un elevatissimo grado di specializzazione che il personale del 2° reggimento guastatori ha maturato negli anni, con interventi anche su numerosi scenari di guerra, in numerose zone del mondo. Un’esperienza che rende i genieri alpini tra i più preparati al mondo. A loro, oltre che i complimenti e ringraziamenti del sottosegretario alla difesa, Angelo Tofalo. «Grazie a tutti per il vostro impegno, sempre pronti a interviene in attività a supporto della popolazione, mettendo in campo esperienza e professionalità. Siete un assetto unico e una grande risorsa della Difesa e del Paese» ha scritto Tofalo in una nota.