Bolzano

Rane, anfore, tubi: la fontana cade a pezzi, è tutta da rifare 

Il restauro dell’opera davanti alla stazione datata 1930 non può più essere rinviato. Il Comune stanzia oltre 200 mila euro per eliminare incrostazioni, ruggini e mettere in sicurezza il monumento anche dai vandalismi



BOLZANO. Quelle rane hanno, evidentemente, sette vite. Come la loro fontana. Sputano, gentilmente, acqua da molti anni. Almeno dal 1930 quando il Comune la attivò dopo aver dato l’incarico della sua costruzione a Ignaz Gabloner. Gran scultore e attivissimo esecutore di monumentalità di regime. Furono anche bombardate, le rane. Inevitabile l’aggressione dal cielo vista la loro vicinanza alla stazione negli anni della seconda guerra. Ma niente, sono subito risorte dalle loro ceneri già nel 1955, data in cui fu completata la ricostruzione come segno tangibile, vista la loro centralità, della vita che ricominciava a scorrere.

Poi, tranne una interruzione e spegnimento dei getti durato qualche anno, con evidenti rischi di degrado, le rane tornarono in vita nel 2014. Ma che vita? Grama, in ogni caso. Perché tra anzianità di servizio, ferite della guerra, ricostruzione affannata i segni del passare del tempo si sono rivelati evidenti. E non più a lungo sopportabili.

Da qui la decisione di investire 200.940 euro, non poco, per ridare alle rane un futuro sicuro. Troppe le incrostazioni nel bronzo, le ruggini nelle tubature, l’umidità nell’impianto illuminante per garantirglielo in queste condizioni. Troppi più di duecentomila euro? Per il consigliere Dalla Ratta sì: si potrebbe comprare un appartamento, ha scritto. Oddio, a Bolzano sarebbe proprio un mini appartamento. Ma tant’è, il sindaco ha tirato dritto. E oggi, all’indomani della decisione della giunta di affidare ai Lavori pubblici il risanamento, dice: «La fontana eè una componente delle bellezze dell città. Una città che non ha una lunghissima storia e quindi quei monumenti che la sognano, pur se degli anni Trenta, vanno preservati. E poi - insiste Caramaschi - è anche un contributo, questo intervento, al più vasto disegno di recupero del parco stazione, oggi Berloffa, in vista delle future riqualificazioni dell’area».

In effetti, quella fontana e i suoi getti hanno accompagnato molte generazioni di bolzanini. Come quella delle Naiadi, in piazza Tribunale, è una delle poche fontane monumentali. E tra le sue acque, magari sotto l’assillo degli interventi dei vigili urbani o dei passanti, tanti ragazzi hanno provato l’ebbrezza della trasgressione bagnandosi nella sua vasca. Certo, le rane non potevano andare avanti in quello stato. Tanto che il protocollo tecnico di recupero elenca una serie di interventi che dimostrano l’effettivo degrado di molte part. E non solo tecniche.

Così che si prevede di staccare dal loro appoggio tutte le 12 rane, di immergerle in in un bagno basico partendo dalla prima per poi modulare la quantità di solventi con le rimanenti. Per evitare possibili vandalismi su di loro, le rane saranno dotate di un supporto non smontabile che le terrà legate alla struttura. Anche le anfore saranno ripulite dalla ruggine e verrà dato loro un effetto ottico in superficie per renderle omogenee alle 12 rane. Con anche un idrolavaggio a mano e meccanico.

Poi verrà “aggredito” il rivestimento in travertino del fondo, che sarà rimosso e sabbiato nell’intera sua superficie. Poi tolti i fari per far disporre loro di nicchie stagne con malta sigillante. Infine le tubature, sostituite con elementi in metallo inox per scongiurare la ruggine, e l’impianto di illuminazione. Quest’ultimo è risultato quasi completamente ossidato e dunque verrà supportato con una profonda impermeabilizzazione dei suoi elementi. Come si vede, un lavoro serio.

Con tutta probabilità sia la ricostruzione nel 1955 che il ripristino nei primi anni Duemila non avevano abbastanza aggredito tutti gli elementi di criticità che si erano accumulati nel tempo. E in ogni caso, la tecnologia di oggi è più in grado di offrire risposte strutturali al degrado che non quelle disponibili in passato. «Erano troppi i rischi per l’intera fontana monumentale - dice ancora il sindaco - per lasciare le cose come stavano». E troppo evidente il valore simbolico , per Bolzano, e affettivo, per i bolzanini, perché si considerassero eccessivi i 200mila euro di investimento per in restauro.













Altre notizie

Attualità