Violenza

Reddito di libertà alle vittime: Bolzano aumenta il budget 

Ogni donna seguita dai centri provinciali può ricevere 400 euro al mese. Le operatrici: «Bene che qui sia per tutte, ma non è risolutivo. Il costo della vita rimane elevato»



BOLZANO. Ogni donna seguita dai centri antiviolenza dell’Alto Adige potrà ricevere 400 euro al mese, per un massimo di dodici mesi. È il Reddito di libertà (Rdl), una legge di Stato che – come vuole la norma – è stata recepita dalla Provincia. Con una differenza: qui ne potranno beneficiare tutte le donne che intraprendono percorsi di uscita da situazioni di violenza. In altre regioni no, al netto di eventuali integrazioni al budget assegnato a ciascuna.

Per il momento i centri antiviolenza (o “Servizi Case delle donne”, come li chiama la legge altoatesina) sospendono le valutazioni. Ma avvertono: «Attenzione, il Reddito di libertà non è risolutivo».

Il Rdl è stato introdotto alla fine dello scorso dicembre. Il finanziamento totale per il 2022 è pari a 3 milioni di euro. Non molto, se consideriamo che solo in Alto Adige circa 600 donne ogni anno sono seguite attivamente dai centri antiviolenza, cioè quasi una ogni 900 residenti. Nel relativo messaggio del 7 marzo, l’Inps specifica che lo scopo è «di favorire, attraverso l’indipendenza economica, percorsi di autonomia e di emancipazione, con riguardo in particolare all’autonomia abitativa e al percorso scolastico e formativo dei figli/figlie minori». Certamente in aree dove la vita costa meno che a Bolzano 400 euro fanno la differenza.

Sigrid Pisanu, consigliera di D.i.Re e responsabile del centro antiviolenza di Merano, lascia la valutazione al momento in cui si verificherà la bontà della misura, con una valutazione che tenga insieme canoni di affitto, crisi e spese. «Oggi – spiega –le ospiti di case rifugio hanno diritto al vitto e se non percepiscono guadagni compartecipano alla retta mensile dell’alloggio. Quando poi si segue un progetto di inserimento successivo c’è una forma di sostegno».

Le donne con l’opportunità di uscire da situazioni di violenza che non siano accolte in una struttura protetta per donne (Casa rifugio o alloggi protetti) riceveranno un contributo mensile di 400 euro per un anno dietro presentazione della domanda ai Distretti sociali.

In una nota l’assessora provinciale Waltraud Deeg cita la violenza economica: «Anche la dipendenza economica di una donna dal marito può rappresentare una forma di violenza. Per garantire sostegno alle vittime di violenza nel loro cammino verso l’autonomia le donne ora possono fare domanda per ottenere questa nuova prestazione economica. Insieme all’accompagnamento e al sostegno di un centro antiviolenza, questo supporto può aiutarle a cominciare una nuova vita. Dopo tutto la violenza economica impedisce a molte donne di uscire dalla situazione di violenza e di condurre una vita libera dalla violenza».

Per poter richiedere questo beneficio, la donna deve essere assistita e accompagnata da un centro antiviolenza provinciale. Il Rdl può essere richiesto al distretto sociale competente ed è compatibile con altre prestazioni dell’assistenza economica sociale provinciale. La prestazione può essere richiesta solo se la donna non convive più con l’autore delle violenze. «La violenza non è mai una questione privata. È nostro compito, come società, rafforzare la consulenza e il sostegno ed espandere il lavoro di prevenzione per eliminarla», conclude l’assessora Deeg. S.M.













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Valeria Frangipane

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