Rifugi a rischio focolai, la denuncia delle guide
Gli accompagnatori di media montagna. Gestori in regola, turisti italiani molto attenti Guido Colombetti: «Ma gli stranieri non rispettano le prescrizioni. Il rischio è molto elevato»
BOLZANO. «I gestori sono ligi, i turisti altoatesini e dal resto d’Italia pure, così gli austriaci, ma gli altri stranieri, in particolare i germanici, non rispettano le regole. Quasi nessuno indossa la mascherina o osserva il distanziamento sociale. Così facendo i rifugi alpini adesso rischiano di trasformarsi in nuovi focolai del Covid-19». È la denuncia di Guido Colombetti, bolzanino, noto a livello internazionale prima come park designer e event manager per Obereggen e altre stazioni invernali, e poi come compilatore di apprezzate guide di snowboard-alpinismo e arrampicata sportiva. Di professione in estate fa l’accompagnatore di media montagna, ossia la guida escursionistica.
Se fino a giugno la situazione era tranquilla, almeno dallo scorso finesettimana i flussi turistici si sono intensificati. La testimonianza lampante ieri mattina, proprio in centro a Bolzano: pioggia in quota, tutti giù in città. Code di centinaia di persone appiccicate e senza mascherina da Ötzi, sotto i Portici tutti ammassati, e anche qui quasi nessuno con la mascherina.
Accade purtroppo lo stesso in quota. E va bene sui sentieri, dove c’è spazio a sufficienza, non così nei rifugi, specie alla sera.
Guido Colombetti, in un’accorata missiva scritta nella giornata di ieri all’Unione albergatori e pubblici esercenti, alla Provincia, al Governo, all’Alpenverein, al Cai Bolzano e al Cai nazionale, scrive: «Sono una guida escursionistica Amm, nato e cresciuto in Alto Adige, vivo a Dobbiaco. Dopo il periodo di quarantena, dove tutta Italia ha fatto l'unica cosa che si poteva fare per evitare ulteriori morti e fermare il diffondersi della pandemia, ad oggi, girando per i rifugi alpini dell'Alto Adige con miei clienti, è con grande rammarico che rilevo questo in praticamente tutte le occasioni: all'interno dei rifugi alpini la maggior parte delle persone provenienti dalla Germania non rispettano le normative anti Covid-19... Ma la maggior parte dei nuovi focolai europei non sono proprio in Germania?»
In quattro differenti rifugi dell'Alto Adige, prosegue Colombetti, «non ho visto un germanico indossare una mascherina o rispettare la distanza, mentre gli italiani o gli austriaci o gli escursionisti di altre nazionalità nel 90 per cento dei casi lo fanno». Difficile distinguerli, obietterà qualcuno. Vero niente, chiarisce Colombetti, «solo loro parlano in Hochdeutsch».
Colombetti cita il rifugio Firenze in Gardena, la malga Tuff sopra il laghetto di Fié, il rifugio Genova ai piedi delle Odle eccetera. Tutti visitati nell’ultima settimana con i propri clienti, che quest’anno non sono i soliti tantissimi stranieri, bensì gli italiani, sempre più numerosi.
La guida si domanda: «Forse è stato un caso o forse no, ad ogni modo, come la mettiamo? Vogliamo avere una nuova ondata magari proprio durante le vacanze di Natale? Direi che così siamo sulla buona strada...»
L’accompagnatore di media montagna è senza parole: «Stiamo facendo una bruttissima figura con tutte le persone che rispettano il prossimo seguendo le normative in vigore».
La guida escursionistica tiene a sottolineare: «I gestori dei rifugi hanno sempre la mascherina e sono ben attrezzati con gel lava mani eccetera, ma non ne ho visto uno chiedere di indossare la mascherina a chi non ce l'ha». Questo, sostiene, non è un bell'esempio per l'Alto Adige. «È uno schiaffo in faccia a chi per mesi ha lottato negli ospedali e a tutti noi che per due mesi ci siamo chiusi in casa mentre fuori splendeva il sole».
Per conto suo, questa estate Colombetti non accetterà turisti provenienti dalla Germania «e così consiglio di fare anche ai miei colleghi. Preferisco guadagnare di meno, ma rimanere in salute». La guida nella sua email di ieri chiede urgentemente a club alpini e Provincia di fare qualcosa, «altrimenti le conseguenze le pagheremo di nuovo noi tutti magari chiudendoci in casa per altri 2 mesi...»