Salgono a 114 i pazienti in ospedale La fascia più colpita va dai 50 ai 60 anni 

Appello dell’Ordine dei medici: «State a casa per interrompere la catena del contagio». La presidente Oberrauch: «Gli anziani hanno imparato a proteggersi i cinquantenni ed i giovani molto meno». Rapporto positivi/casi testati (14-20 ottobre): Bolzano quarta al 15,1%


Valeria Frangipane


Bolzano. Il dato più importante è quello dei ricoveri. A tutt’oggi sono 114 i pazienti Covid in gravi condizioni ricoverati negli ospedali dell’Alto Adige: 106 nei reparti “normali” (il giorno prima erano 95) più altri 8, il numero questa volta è stabile, in Rianimazione. La fascia più colpita in queste ultime ore è quella tra i 50 ed i 60 anni.

L’Ordine dei medici lancia un appello alla popolazione: «Rispettate le regole: mascherine, distanza, igiene mani e state a casa per interrompere la catena del contagio».

Monica Oberrauch, la presidente, dice che gli anziani sono i meno colpiti perchè hanno imparato a proteggersi mentre i giovani e gli over 50 non stanno attenti come dovrebbero: «I contagi crescono in maniera esponenziale con la gente che va troppo in giro... un bel guaio, rischiamo un altro lockdown».

L’assessore Thomas Widmann avverte: «Attenzione il sistema sanità è seriamente sotto pressione». L’ospedale di Bolzano, per respirare, ha iniziato a trasferire i pazienti Covid meno gravi a Villa Melitta. Nei prossimi giorni darà una mano anche Villa Sant’Anna di Merano.

Il tutto mentre gli ospedali di periferia aumentano il numero dei letti Covid.

E in queste ore la Fondazione Gimbe - per una medicina basata sull’evidenza - fa sapere che in Alto Adige il rapporto positivi/casi testati (14-20 ottobre) tocca la percentuale del 15,1%, la quinta più alta d’Italia dopo Valle d’Aosta, Liguria, Piemonte e Trentino. «In questa fase di rapida risalita dei contagi – sottolinea il presidente Nino Cartabellotta – più che contare i numeri del giorno, è fondamentale seguire la dinamica delle curve su base settimanale». Che per l’Alto Adige registra un’impennata. Il livello di attenzione si alza anche nelle case di riposo: a Bolzano si conta un ospite positivo asintomatico a Don Bosco. Un altro in provincia.

Le ultime cifre: 247 infetti.

I laboratori Asl nelle ultime ore hanno testato 1.131 persone (2.294 tamponi) registrando 247 nuovi positivi mentre salgono ancora le persone in quarantena che toccano quota 5.549.

Tracciamento dati ko

farmacie pronte ad aiutare

L’Asl ripete che il tracciamento dei contatti dei positivi si è fatto quasi impossibile. Numeri troppo alti. Il direttore, Florian Zerzer, spiega che a breve inizieranno a testare con i test rapidi antigenici anche i medici di famiglia ed i farmacisti. E intanto dalla Conferenza Stato-Regioni arriva il via libera del ministro Roberto Speranza alla proposta del Trentino di poter eseguire il tampone antigenico in farmacia senza la presenza di un infermiere.

Matteo Bonvicini di Federfarma racconta che i farmacisti altoatesini sono in attesa dall’Asl dell’ok per i test rapidi: «Attendiamo i protocolli». Il Trentino - come detto - si è portato avanti. Risulta essere il primo territorio in Italia ad effettuare il tampone antigenico, che garantisce un tempo di risposta molto rapido, di circa un’ora, in farmacia, senza la presenza di personale medico o infermieristico ma formando i farmacisti stessi.

Case di riposo, Don Bosco

ospite positivo asintomatico.

Restano stabili le condizioni di un’anziana di 97 anni - ospite di Villa Europa - trasferita nei giorni scorsi in ospedale per Covid. Liliana di Fede - direttrice dell’Assb, Azienda servizi sociali, fa sapere che durante la normale attività di screening è risultato positivo «anche se per fortuna senza sintomi» anche un ospite della casa di riposo Don Bosco. Osservata speciale.

Vaccini, Bolzano a secco

Trento punta a 200 mila dosi.

Il vaccino contro l’influenza in Alto Adige è finito: ulteriori dosi arriveranno a novembre per un totale di 86.500 (nel 2019 ne erano state usate meno di 50 mila). Il tutto con i cittadini che continuano a premere ed a chiedere informazioni. In Trentino ne sono state distribuite più di 130.000 a fronte di 90.000 dosi consumate nel 2019. Dosi che continuano ad essere messe a disposizione di medici e pediatri di famiglia. Il direttore del Dipartimento prevenzione, Antonio Ferro, conta - se arrivano tutte quelle ordinate - di superare le 200.000.















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