Schianto fatale in motorino Il faro non era funzionante 

La tragedia di Julian Terzer. Chiuso l’incidente probatorio che scagiona l’automobilista L’uomo. che era alla guida completamente sobrio, non era in grado di vedere l’ostacolo  


Mario Bertoldi


Bolzano. Julian Terzer, il ragazzino di 14 anni di Niclara di Cortaccia rimasto vittima di uno spaventoso incidente della strada la sera del 16 marzo 2016, era in viaggio in sella al proprio motorino lungo la strada provinciale del vino privo del faro di cui il mezzo era in dotazione. E’ la conclusione a cui si è giunti grazie all’incidente probatorio ormai definito nel corso del quale i periti coinvolti nel caso hanno cercato di ricostruire la dinamica della tragedia. Partendo da una considerazione di fondo non di secondo ordine: il conducente dell’auto, che investì in fase di sorpasso il motorino, era perfettamente lucido, non aveva in corpo un grammo di alcol e ha sempre sostenuto di non aver notato nulla prima del terribile schianto. Ora i periti una indicazione l’hanno fornita: il ragazzino sarebbe stato in viaggio in sella proprio motorino privo del faro regolamentare che sarebbe stato difettoso. Per cercare di ovviare a questo inconveniente Julian Terzer pensò di dotarsi di una torcia elettrica suppletiva che però avrebbe avuto una luce eccessivamente fioca, tanto da non essere notata dall’automobilista. Come si ricorderà, il giovane venne investito in pieno dall’auto guidata da un uomo di Magrè diretta verso sud e cioè verso Salorno. L’automobilista aveva lasciato da poco Cortina all’Adige a bordo della propria Golf. L’uomo, che ai controlli dei carabinieri dopo la tragedia risultò perfettamente sobrio , non ha mai saputo fornire una spiegazione di quanto avvenuto. E’ comunque accertato - per stessa ammissione del guidatore della vettura - che la Golf superò in velocità un’auto di turisti con targa straniera piuttosto lenta. La manovra avvenne però lungo un rettilineo ove il sorpasso è ammesso. L’automobilista andò dunque ad impegnare per qualche secondo la corsia di sinistra quando fu coinvolto nel terribile schianto contro un motorino che viaggiava in direzione opposta. Si trattò di un impatto terrificante. Il ragazzino che viaggiava in sella al motorino morì praticamente sul colpo. Il ciclomotore Malaguti si incastrò sotto il telaio dell’auto e prese fuoco mentre il ragazzino venne sbalzato al di là di una siepe e accanto ad una rete di protezione dell’autostrada il cui tracciato, in quel punto, corre in parallelo. Julian Terzer morì, come detto, sul colpo dopo aver battuto il capo con estrema violenza contro un sasso. Nonostante indossasse correttamente il casco, lo scooterista riportò lesioni gravissime anche al cranio. Sin dalle prime indagini affidate ai carabinieri di Egna emerse una dinamica del sinistro caratterizzata da diversi punti controversi su cui però ora è stata fatta chiarezza. a questo punto spetterà alla Procura tirare le conclusioni dell’indagine.













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