La tragedia

Schianto mortale in A22: “E' colpa cosciente” 

La Procura ha contestato l’aggravante che aumenta il rischio di una condanna esemplare. La difesa è però al lavoro per cercare di dimostrare un lieve concorso di colpa anche da parte dei due motociclisti coinvolti. La velocità potrebbe essere stata troppo elevata


Mario Bertoldi


BOLZANO. Al giovane olandese accusato di omicidio stradale (da ieri, 18 giugno, ai domiciliari) in relazione all’incidente mortale costato la vita al motociclista Francesco Severino sull'A22, a Laimburg, è stato contestato un livello di colpa massimo.

Il capo d’accusa nei suoi confronti è in effetti di omicidio stradale aggravato ma ora è emerso che la sostituto procuratore Andrea Sacchetti ha contestato al giovane straniero di aver agito con “colpa cosciente”. Da un punto di vista giuridico significa che la condotta dell’autista del furgone, così come emersa dagli accertamenti della polizia, non poteva non prefigurare all’indagato un grave pericolo.

Il giovane olandese, però avrebbe agito con eccessivo ottimismo pensando di essere sempre in grado di controllare la situazione e di poter - se necessario - porre in essere delle contromisure sufficienti ad evitare incidenti. Purtroppo non è andata così. La valutazione del giovane olandese si è dimostrata assolutamente deficitaria e le conseguenze di una doppia inversione ad “U” lungo la deviazione di carreggiata provocata dai lavori in corso si sono dimostrate devastanti.

L’inchiesta affidata alla polizia stradale ha appurato che il giovane indagato era in condizioni psicofisiche buone. Non aveva ingerito bevande alcoliche, non aveva sonno. Ha però sottovalutato in maniera clamorosa la situazione di estremo pericolo provocata al punto da aver ammesso di aver visto i due motociclisti coinvolti arrivare lungo la normale corsia non mettendo in preventivo di avere problemi a concludere la manovra in atto per immettersi nella colonna adiacente di automezzi diretti a sud. Con l’aggravante della contestazione della “colpa cosciente” il 28enne olandese rischia sulla carta sino a 18 anni di reclusione.

Una pena molto pesante prevista dal codice proprio in considerazione di condotte di guida scriteriate. Nel caso dell’autista olandese (che era diretta a Lazise) l’incolpazione è stata ad un passo dall’ipotesi dell’omicidio volontario per dolo eventuale. Si tratta in effetti di condotte molto affini.

Nel caso della “colpa cosciente” il responsabile non si prefigura conseguenze tragiche ed è convinto di essere sempre in grado di avere la situazione sotto controllo; nel secondo caso il responsabile si rende conto dell’alto rischio e accetta di correrlo, anche nell’ipotesi di provocare una vittima.

Come detto, la contestazione della “colpa cosciente” porterà ad una consistente lievitazione nella quantificazione della pena. Anche per questo l’avvocato Karl Schwienbacher, difensore dell’indagato, sta cercando di porre le basi di quella che probabilmente sarà la strategia difensiva.

«La dinamica completa dell’incidente deve ancora essere analizzata - ha puntualizzato ieri il legale - perchè dovrà essere anche valutata la condotta del motociclista dato che l’incidente è è verificato in un punto ove era stato aperto un cantiere ed erano stati segnalati dei limiti di velocità». in sostanza la difesa del giovane mira ad ottenere il riconoscimento di un presunto concorso di colpa da parte sia di Francesco Severino che della giovane donna che lo seguiva a poca distanza. La tesi difensiva è molto semplice: se i limiti di velocità fossero stati rispettati la tragedia sarebbe stata evitata. «Riteniamo che una minima corresponsabilità - ha puntualizzato l’avvocato Schwienbacher - dovrebbe sussistere anche a carico della vittima».













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