Sgarbi: «Al Museion di Bolzano robaccia, vecchia di 70 anni»
Il critico attacca la direttrice Ragaglia dopo il caso dell’opera d’arte finita nel bidone. «Il problema non è capire o non capire... è che sono loro che non capiscono di arte neppure contemporanea»
BOLZANO. «Il problema non è che non riescono a far capire l'arte contemporanea alla gente. Sarebbe il meno...». Qual è allora, professore? «È che sono loro che non capiscono di arte, neppure contemporanea». Rieccolo Vittorio. Pane al pane e vino al vino. Col Museion è come un amante che ha molto amato e che non è stato corrisposto. E la guarda di sbieco, Sgarbi, la nostra galleria vetrata. Pronto a coglierne ogni inciampo. Se poi succede che l'inciampo è un capitombolo, con un'opera che viene spazzata via e messa nell'immondizia e che tutto questo succede vicino alle stanze della Ragaglia, allora è come invitare il critico più conosciuto, criticato, criticone e inseguito d'Italia a una festa.
Ha sentito professore?
«Ho sentito. Ma voi non vi siete ancora resi conto...»
Di cosa scusi?
«Che mantenete la direttrice più vanitosa e inconcludente d'Italia».
Non sta esagerando?
«State esagerando voi bolzanini. Pagate fior di milioni per vedere ogni anno cose trite e ritrite».
Ma è arte contemporanea, non pare trita...
«Allora vi rivelo questo. La cosina, perché è una cosina inutile, messa in piedi e poi giustamente spazzata via, è una cosa vecchissima».
In che senso?
«Vista e rivista. Andate alla collezione che lo conserva e guardatevi "Dopo l'orgia", il bellissimo e crudo quadro di Cagnaccio di San Pietro. C'è già tutto: le bottiglie di champagne vuote gettate sul pavimento, i residui della festa, donne nude sfatte e sfinite. È stato dipinto nel 1928. Dico '28».
Niente di nuovo?
«Soprattutto niente di contemporaneo. Ragazzi, qui vi raccontano le favole. E dopo Cagnaccio guardatevi Daniel Spoerri, tra gli anni Ottanta e i Novanta e i suoi scarti».
Lei dice così perché non ama l'arte contemporanea...
«Dico così semplicemente perchè la conosco. E non vi prendo in giro come fanno invece i vostri amici».
Ma Goldi&Chiari...
«Arrivano trent'anni dopo il nuovo realismo, Pistoletto e tutto il resto. Dovete rassegnarvi sono cose vecchissime quelle che la Ragaglia vi propina».
Non tutte...
«L'arte contemporanea è una cosa seria. Io posso amarla o no in tutte le sue espressioni ma possiede un merito: fa andare avanti. Anticipa. Ci fa vedere quello che non abbiamo ancora visto. Ecco, se volete vedere quello che ancora non si è visto, non andate al Museion. Lì, facendo finta di fare operazioni d'avanguardia, vi mostrano o il nulla o qualcosa che altrove conoscono da settant'anni almeno. Perchè la Ragaglia non fa una bella mostra su Cagnaccio che dice prima e meglio quelle quisquiglie che dicono quelle due?»
Già perchè?
«Perché non le sembra "figo". È tutto molto provinciale in quel vostro Museion e la direttrice fa finta che non lo sia. Cosa c'è di più provinciale di quell'allestimento gettato via? Risaputo, ripetitivo, già visto, vecchiotto, lontano anni luce da dove si fa vera avanguardia».
È ormai nella differenziata...
«Molto bolzanino anche questo».
La gente non l'ha capita.
«Non è così. La gente, con l'aiuto delle signore delle pulizie, non l'hanno trattata per quello che non è, cioè arte. Ma per quello che realmente é: cioè spazzatura».
Che dobbiamo fare?
«Pretendere vera arte. Veramente contemporanea, non vecchia. Il mio antico è molto più moderno».
E poi?
«Basta con questa direttrice. Guarda solo a se stessa e ai suoi pochi amici e si tengono in piedi a vicenda».
Prossima mossa?
«Dire finalmente"il re è nudo". Lì tutti fanno finta di vedere quello che non c'è. Basta, dite finalmente: tutto questo è il nulla».