Bolzano

Sottopasso di via Einstein, costi alle stelle e imprese ferme 

Si allungano i tempi per la realizzazione del progetto: l’aumento dei prezzi delle materie prime farà salire il costo complessivo dell’opera del 30%. La gara verrà fatta nel 2023, oggi il bando andrebbe deserto



BOLZANO. Sale il costo di via Einstein, la prima infrastruttura dell’Agenda Bolzano. Secondo un primo calcolo, dai sedici milioni previsti in accordo, si dovrebbe arrivare almeno a venti.

E questo per via dell’incremento delle spese dovuto alla necessità di approntare la messa in sicurezza della falda dopo le prescrizioni (seguite al via libera) dell’ufficio acque.

Ma ci sono ancora nuvole all'orizzonte.

«L’acciaio e il calcestruzzo, che si dovranno usare in grande quantità per il cantiere del sottopasso - rivelano i tecnici al lavoro dal 2018 sul progetto - sono saliti alle stelle».

E non appaiono elementi per prefigurarne la discesa. Secondo le prime verifiche contabili successive alla crisi geopolitica, i venti milioni incrementeranno ulteriormente almeno del trenta percento.

Poi c’è un’altra questione. Più generale ma proprio per questo applicabile a via Einstein, il primo grande cantiere in agenda: «Se si facesse oggi la gara d’appalto, quasi sicuramente andrebbe deserta» anticipa Ivan Moroder che segue per il Comune le grandi opere, pur se queste ultime sono in carico alla Provincia.

«Per fortuna - prosegue l’ingegnere municipale - non la si farà prima del 2023». Così anticipando la data posta in calendario per il sottopasso. La ragione? Nessuna impresa sta sottoscrivendo in questi mesi impegni di budget “chiusi”, vale a dire senza elenco flessibile dei costi.

Poi c’è un altro elemento che pone via Einstein tra le opere più impegnative: l’area di cantiere. Il quadrante interessato dai lavori, infatti, è ormai fittamente urbanizzato. Non ci sono aree libere in natura intorno alle quali approntare la logistica: stazionamento dei mezzi, operatività delle squadre, accumulo dei materiali. E poi la messa in sicurezza. Che non riguarda solo la struttura sotterranea a protezione della falda, così come prescritto dagli uffici provinciali e posta come presupposto per l’avvio stesso dell'operazione.

Ma proprio quella cornice flessibile ma molto accurata di convivenza tra cantiere e vita della città. E dunque traffico, deviazioni, necessità di gestione dei flussi.

La sostanza è che la prima infrastruttura prevista nell'accordo strategico tra Comune e Provincia per il rilancio di Bolzano Sud sta ogni giorno di più risultando molto impegnativa.

Tra costi lievitati e ulteriori elementi strutturali. «Ricordiamoci sempre - aggiunge Moroder - che il disegno generale dell'opera è stato messo a punto nel 2018...».

Vuol significare, l'ingegnere, che a oltre quattro anni di distanza, senza contarne almeno altri due prima dell'avvio, il quadro generale di riferimento su cui il cantiere pioverà è profondamente mutato.

Dal Covid alla guerra in Ucraina, alla spinta inflattiva già in essere ben prima dell’invasione, vi sono stati inciampi imprevisti in successione di tale entità da far saltare tutti i conti. Per via Einstein si sta ora rielaborando il progetto definitivo, prima di operare su quello esecutivo. Poi si disegnerà la gara d'appalto. Con la speranza che, tra un anno, lo scenario non sia peggiorato e che, ad esempio, almeno la guerra in Ucraina abbia trovato una sua soluzione così da far regredire la crisi energetica e delle materie prime.

Se questo non accadesse e se i rapporti tra committenti pubblici ed esecutori privati restasse appeso al filo delle spinte inflattive, non solo via Einstein ma tutto il quadro generale dell’Agenda Bolzano entrerebbe in una fase di ridisegno radicale. Per usare un eufemismo.

Ad esempio: sull’esperienza di quanto accaduto nelle ultime settimane per via Einstein a quanto potrebbero salire gli 80 milioni posti in budget, preventivato, per il tunnel di Monte Tondo? P.CA,













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