Strage a Lutago, pagati 10 milioni
L’assicurazione Assimoco ha messo la somma a disposizione del giudice. Si tratta del massimale della polizza di assicurazione sottoscritta da Stefan Lechner che investì 16 giovani turisti germanici, uccidendone sette. Il giovane è sempre ai domiciliari in abbazia
Bolzano. In attesa della perizia che dovrebbe consegnare ai giudici una ricostruzione attendibile della terribile sciagura stradale di Lutago (che provocò sette vittime e otto feriti gravi) la compagnia di assicurazione «Assimoco» ha già messo a disposizione del giudice delle indagini preliminari Emilio Schönsberg dieci milioni di euro. Si tratta del massimale della polizza sottoscritta da Stefan Lechner per l’autovettura che amava guidare e di cui era alla guida, completamente ubriaco, anche la notte della tragedia.
Come si ricorderà il giovane saldatore altoatesino travolse con l’auto a folle velocità (lungo il rettilineo di ingresso a Lutago), un’intera comitiva di giovani turisti germanici.Fu una strage. E’ possibile che la somma non riesca a coprire completamente i risarcimenti che andranno a delinearsi nel corso del procedimento penale e le eventuali cause civili. Si tratta però di un atto concreto da parte della compagnia di assicurazione che è stato molto apprezzato perchè è dimostrazione di una certa sensibilità nei confronti delle vittime e dei loro famigliari. Nel frattempo Stefan Lechner attende l’evolversi dell’inchiesta nell’abbazia di Novacella ove si trova ormai da alcuni mesi agli arresti domiciliari. Accusato di omicidio stradale plurimo e guida in stato di ebbrezza , il giovane automobilista è difeso ed assistito dagli avvocati Alberto Valenti e Alessandro Tonon. All’interno dell’abbazia, il giovane non solo si sta facendo ben volere da tutti ma si è anche inserito nella vita monastica chiedendo ed ottenendo di partecipare alle funzioni religiose. «Passa gran parte della giornata a pregare - rivela l’avvocato Alberto Valenti - Stefan sta dimostrando una specie di rancore contro se stesso, probabilmente non avrà mai pace per quanto provocato. A livello giudiziario sta attendendo di conoscere il proprio destino ben sapendo che non è comunque la parte peggiore di quanto gli è capitato». La strage fu provocata dall’abuso di consumo di alcol in una serata prefestiva. Quella maledetta notte, Lechner si trovava alla guida della sua Audi TT e aveva in corpo - accerteranno i carabinieri - 1,97 grammi di alcol per litro di sangue: quattro volte il limite massimo consentito. Troppi per accorgersi in tempo e riuscire ad evitare il gruppo di 16 giovani germanici (tutti tra i 20 e i 23 anni) che all’1.15 della prima domenica del nuovo anno era appena sceso dallo shuttle, dopo una serata all’ “Exenkessel” di Cadipietra. L’Audi TT, una macchina di grossa cilindrata, era piombata in velocità sul gruppo di turisti che stava attraversando la strada nei pressi delle strisce pedonali per raggiungere la casa-vacanze dove era ospitato. Ai soccorritori si era presentata una scena infernale: in sei erano rimasti sull’asfalto uccisi sul colpo, altri undici erano stati scaraventati a terra ed erano feriti. Qualche giorno dopo, il bilancio si era aggravato ulteriormente con la morte di una settima giovane, ricoverata in coma all’ospedale San Maurizio.Preso atto che l’automobilista era palesemente ubriaco, il processo ora attende l’esito della perizia che dovrebbe ricostruire la dinamica della tragedia. Tra le tecniche che saranno utilizzate c’è anche la ricostruzione cinematica del sinistro. Dopo lo schianto, sotto shock, Stefan Lechner quella notte cercò disperatamente di rianimare alcune persone prive di vita a terra sull’asfalto.