Strage di Lutago, via alle cause civili 

I famigliari di alcune vittime hanno già dato mandato ai propri legali in Germania. La Procura chiede l’ incidente probatorio Stefan Lechner ha incontrato in carcere i propri genitori. I due feriti più gravi (uno è ancora in coma) saranno presto trasferiti in Germania


MARIO BERTOLDI


Bolzano. I sopravvissuti alla strage e le famiglie delle vittime hanno annunciato le prime iniziative giudiziarie nei confronti di Stefan Lechner, il giovane saldatore sudtirolese che ha provocato lo spaventoso incidente a Lutago in valle Aurina.

Anche se i tempi sotto il profilo processuale non sono ancora maturi, cinque feriti che si sono salvati ed i famigliari di tre vittime e di uno dei feriti ancora in coma, hanno annunciato di aver deciso l’avvio delle pratiche per la costituzione di parte civile. E’ solo il primo atto affidato allo studio legale Wenter & Marsico di Colonia.

Nel frattempo dovrebbero però anche muoversi i legali della compagnia di assicurazione dell’automobilista che si trovava alla guida completamente ubriaco. E’ probabile che già nei prossimi giorni vi sia una presa di contatto per verificare i termini economici di un possibile risarcimento.

Come noto Stefan Lechner è in carcere con l’accusa di omicidio stradale pluriaggravato. Per il momento gli avvocati difensori Alberto Valenti e Alessandro Tonon hanno preferito non inoltrare alcuna richiesta di scarcerazione ritenendo che il giovane, ancora pesantemente provato per quanto avvenuto, sia più protetto in cella in una fase in cui ha necessità di essere controllato e curato sotto il profilo psicologico. L’altro giorno ha avuto in carcere la visita dei genitori che stanno cercando in tutti i modi di non farlo sentire solo in un momento di grande scoramento, ormai sconfinato nella depressione.

Formalmente l’investitore rimane in cella per pericolo di reiterazione del reato. E’ vero che al momento gli è stata ritirata la patente di guida ma è anche vero che l’indagato ha dimostrato concretamente di non essere in grado di garantire il rispetto delle norme basilari del codice della strada. La leggerezza con cui non pochi giovani in Alto Adige si ubriacano e poi si mettono alla guida di una vettura sta diventando un problema concreto di sicurezza, per tutti.

Nel frattempo il procuratore Axel Bisignano che sta conducendo l’inchiesta sta notificando a tutte le parti l’avviso di richiesta di incidente probatorio davanti al giudice delle indagini preliminari. Solo a notifiche concluse sarà possibile per il giudice fissare la data dell’udienza. La Procura chiederà una perizia sulla dinamica dell’incidente. Sotto il profilo processuale è necessario infatti ottenere indicazioni tecniche attendibili sulla velocità toccata dalla vettura (una Audi TT da 170 cavalli) negli attimi precedenti l’investimento dei ragazzi germanici. Agli atti dell’inchiesta c’è la testimonianza dell’autista dello Shuttle (che ha riportato i ragazzi a Lutago dopo una serata in discoteca a Cadipietra) che proprio mentre i ragazzi scendevano dal pulmino vide arrivare la vettura investitrice ad una velocità impressionante. La testimonianza, però, non è considerata sufficiente dalla Procura che cercherà di ottenere un dato tecnico inoppugnabile proprio con la perizia. Così come è incontestabile il tasso alcolemico rilevato la notte della tragedia nel sangue di Stefan Lechner:1,97 grammi di alcol per litro di sangue, cioè quattro volte il limite massimo consentito dal codice della strada.

Ieri l’Azienda sanitaria ha comunicato che i due feriti più gravi sono ancora curati nei reparti di terapia intensiva degli ospedali di Bolzano e Brunico. Almeno uno è ancora in coma. Per i prossimi giorni è stato programmato il loro trasferimento in Germania. Le condizioni del paziente ricoverato a Bolzano sono ancora molto critiche. Proprio per questo il trasferimento in aeroporto verrà effettuato con un’ambulanza attrezzata per il trasporto di pazienti in terapia intensiva. La paziente ricoverata all’ospedale di Brunico, essendo attualmente in condizioni stabili, verrà invece accompagnata da un medico.















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