Tra Benno ed i suoi genitori i rapporti erano sempre più tesi 

Il ricordo di un vicino: non era mai con loro. Anche a Natale c’era stato un diverbio alla presenza della sorella Gli avvocati hanno scelto una nuova strategia; quella del silenzio in attesa dei dati definitivi. Nessun interrogatorio


MARIO BERTOLDI


Bolzano. Da un inquilino della villa di via Castel Roncolo arriva una conferma che potrebbe nascondere il movente del terribile delitto di cui è accusato Benno Neumair. I rapporti con i genitori, in particolare con la madre, non sarebbero mai stati buoni. Nell’ambito della vita quotidiana Benno non sarebbe mai rimasto in compagnia dei propri genitori, neppure in momenti di tranquillità e relax. Con papà Peter e mamma Laura, insomma, non c’era feeling, esattamente il contrario di quanto accadeva quando a Bolzano giungeva per qualche giorno la sorella Madè che amava farsi un giro in città con i genitori e la si vedeva uscire di casa con la mamma sottobraccio.

È un comportamento che lascia trapelare difficoltà di relazioni andate via via a sedimentarsi in una personalità probabilmente alquanto complessa come quella di Benno. Anche in occasione dell’ultimo Natale l’atmosfera in famiglia non sarebbe stata serena e Benno, che dopo la crisi ed il ricovero coatto in Germania sapeva che avrebbe dovuto curarsi, non avrebbe fatto nulla per migliorare la situazione. Anche perché nel frattempo i due genitori avevano maturato timori sul comportamento del figlio al punto che quando andavano a coricarsi la sera nelle ultime settimane preferivano chiudere la porta della camera a chiave. Purtroppo non è stato sufficiente ad evitare un dramma senza precedenti.

Nel frattempo l’inchiesta continua. Il primo provvisorio esito dell’autopsia, effettuata dal professor Dario Raniero dell’Università di Verona, è l’ennesimo macigno con cui gli avvocati difensori Flavio Moccia e Angelo Polo dovranno fare i conti. La difesa di Benno, insomma, è sempre più difficile.

Sul collo del cadavere di mamma Laura sono stati riscontati evidenti segni di strangolamento. La donna dunque sarebbe morta per asfissia provocata forse con una corda da arrampicata che Benno aveva disposizione tra la propria attrezzatura per l’alta montagna. «È vero che i segni sul collo sono evidenti - commenta l’avvocato Flavio Moccia - ma è anche vero che sino a questo momento non c’è alcun responso ufficiale dell’esame autoptico. Servono almeno ancora una decina di giorni per avere qualcosa di preciso». Un dato, però, è già chiaro: quando Laura Perselli è stata gettata nell’Adige era morta e tutto lascia pensare che il decesso sia avvenuto per asfissia.

Nei prossimi giorni proseguiranno le ricerche del corpo di Peter Neumair. Nel frattempo la difesa non sembra intenzionata a prendere nuove iniziative. L’intenzione è di attendere l’esito delle prime analisi genetico-forensi sui 400 reperti in mano ai carabinieri dei Ris di Parma. L’unica strategia per il momento scelta dai legali di Benno è dunque quella dell’attesa, proprio per capire come è destinato ad evolversi il quadro indiziario già molto pesante. Per il momento salta anche l’annunciato interrogatorio di Benno da parte della Procura che i due legali intendevano in un primo tempo chiedere dopo la decisione dell’indagato di avvalersi della facoltà di non rispondere in occasione dell’udienza davanti al giudice per la convalida del fermo. Sembrava che Benno fosse pronto a spiegare ogni situazione e a ribattere punto per punto le contestazioni contenute nell’ordinanza di custodia cautelare. Invece per ora ad essere confermata è solo la strategia del silenzio. Una scelta confermata anche ieri dalla difesa.













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