La storia

Troppo ricchi per la casa Ipes: «Noi, cacciati dopo 19 anni»

L’Istituto ha dato 18 mesi per andare via dall’appartamento di via Aosta a Bolzano. Pronto il ricorso. L’assessora Mair: «Valuterò il caso»


Valeria Frangipane


BOLZANO. «Mio marito, due figli grandi ed io dobbiamo andarcene da via Aosta 4 dove abitiamo da 19 anni. Paghiamo circa 1.128 euro al mese di affitto per 100 metri con due garage. È morta mia mamma e le nuove regole dell’Ipes non ci permettono di restare nella casa dove stavamo con lei». A parlare è una donna sulla cinquantina, che annuncia ricorso. «Solo adesso si sono accorti che siamo troppo ricchi per le loro graduatorie. Ci hanno dato diciotto mesi di tempo per andar via. Sarà un’impresa trovare qualcosa sul libero mercato. Vivere a Bolzano è diventato impossibile».

Centro Casa: nuove regole

«Succede - fanno sapere al Centro casa - perché con gli ultimi regolamenti dell’Ipes le persone devono andarsene, anche se sono inquilini da anni, in presenza di un Vse (valore della situazione economica) troppo alto. Indicatore che viene calcolato in base alle singole dichiarazioni Durp della famiglia. L’Ipes concede 18 mesi di tempo».

Ulli Mair: risolti casi simili

L’assessora all’Edilizia sociale Ulli Mair dice che occorre una verifica. «Abbiamo fatto una modifica al regolamento e già sistemato alcuni casi simili».

La lettera, doccia fredda

«La lettera dell’Istituto è stata una doccia fredda - racconta la signora - forse la mia storia non aiuterà noi, ma chi si troverà nella nostra situazione in futuro. Sono nata in questa casa, qui ho vissuto prima con i genitori e quattro sorelle poi con la mia attuale famiglia. Ricordi svaniti di un colpo».

Nel 2006 il trasloco

«Nel 2005 -abitavo con mio marito e due figli piccoli di 5 e 3 anni in via Aosta 41, in affitto da un privato. Allo scadere del contratto la padrona di casa ci ha alzato l’affitto. Ma non ce lo potevamo permettere. Ad agosto 2005 è venuto a mancare mio papà. In quell’occasione mia mamma, che abitava un alloggio Ipes sempre in via Aosta, ha fatto domanda di successione. L’Istituto per evitarle il cambio di casa le ha chiesto se qualcuno poteva andare ad abitare con lei. Mia madre ha detto sì, l’Ipes ha dato il via libera e noi a marzo 2006 ci siamo trasferiti da lei con un affitto che negli anni ha superato i mille euro al mese. Tutto bene fino al 25 ottobre 2024, quando mia mamma è morta». Al dolore della perdita, si è aggiunta la preoccupazione di restare senza un tetto. «Lavoro in ospedale come amministrativa, mio marito è operatore tecnico, un figlio di 24 anni fa il magazziniere in una ditta privata ed il più piccolo, 22 anni, è part time da un privato».

«Siamo troppo “ricchi”»

Dopo la morte della mamma la famiglia presenta domanda di successione con le Durp. «Superiamo il valore richiesto. Abbiamo 5,76 di Vse, mentre il massimo richiesto è 5,68. Ci hanno dato 18 mesi dalla data di morte di mia madre per lasciare la casa. La dobbiamo liberare entro il 24 aprile 2026. Abbiamo ricevuto la raccomandata con "Rigetto assegnazione definitiva”. Ci stiamo chiedendo perché non ci sia stata data la possibilità di detrarre l’affitto nella Durp, visto che di fatto lo pagavamo noi. Mia madre non avrebbe mai potuto affrontare quella cifra con una pensione di 900 euro al mese. Forse questa piccola differenza ci avrebbe salvato».

La famiglia fa una riflessione. «Siamo rimasti dentro quasi 20 anni. L’Ipes conosceva i nostri redditi ma non ci ha mai detto di lasciare l’alloggio o spiegato che non avevamo i requisiti. Dopo 19 anni non abbiamo diritti. Ma cosa dovevamo fare? Una finta separazione come fanno in tanti? No non lo abbiamo fatto. Non ci resta che il ricorso».

I nuovi poveri

«Il problema casa a Bolzano si acutizza - spiegano al Centro Casa - perché sul libero mercato non si trova nulla. Ogni giorno - siamo alle prese con i problemi dei nuovi poveri che sono impiegati, commesse, operai che non riescono a permettersi affitti stellari. Questa è la verità».













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