Sanità

Tumori, le visite di controllo crollate del 25,6% per il Covid 

Il report della Fondazione Gimbe. E nel corso del 2020 in Alto Adige sono scese del 20% anche le diagnosi di cancro È successo perchè gli ospedali erano parzialmente chiusi e perchè la paura di infettarsi ha tenuto lontano i cittadini


Valeria Frangipane


BOLZANO. La pandemia ha bloccato gli ospedali dell’Alto Adige e reso infinita l’attesa per una visita specialistica “non urgente” ma sono crollate del 25.6% anche le visite di controllo dopo un tumore.

Un dato che deve per forza preoccupare. Nel 2020 in Alto Adige è saltato rispetto all’anno prima il 42% delle analisi e delle visite mediche: siamo scesi da 7 a 4 milioni. Il dato è contenuto nel report annuale dell’Istituto di statistica (Istat) che ha come protagonista l’impatto della pandemia sull’Italia.

Ora la Fondazione Gimbe (per una Medicina basata sull’evidenza) ha pubblicato un report, presentato nell’ambito della campagna #LaMiaSaluteNonPuoAspettare, dal titolo "Impatto della pandemia sull’erogazione di prestazioni sanitarie", che evidenzia per la nostra provincia una situazione preoccupante con le visite oncologiche di controllo crollate nel 2020 del -25.6%.

Le visite di controllo in ambito oncologico (identificabili attraverso il codice di esenzione per neoplasia 048), registrano secondo il report Gimbe un calo importante in tutta Italia. I dati Agenas (Agenzia per i servizi sanitari regionali) riportano ovunque una riduzione. Il calo nell’erogazione è avvenuto con rilevanti differenze regionali: si va da -3% della Provincia di Trento - che registra la prestazione migliore d’Italia - al -60,3% della Basilicata. L’Alto Adige compare al sestultimo posto con una contrazione del -25,6%.

E nel corso del 2020 sono crollate del - 20% anche le diagnosi di tumore. È successo per vari motivi. Perchè da marzo a maggio 2019 sono stati sospesi tutti gli screening. Perchè troppi ambulatori impegnati nell’emergenza non sono stati in grado di seguire i loro pazienti ed hanno rinviato i controlli. Perchè gli ospedali erano parzialmente chiusi e perchè la paura di infettarsi ha tenuto lontano chi invece avrebbe dovuto sottoporsi a visite e controlli. Guido Mazzoleni (primario di Anatomia patologica a Bolzano - responsabile registro tumori) e Herbert Heidegger (primario di Ginecologia a Merano), mesi fa avevano rivolto un accorato appello alla popolazione: «Non ritardate i controlli perchè il cancro avanza. Avere il - 20% di diagnosi in meno non è un buon dato. Non vuol dire che ci sono meno tumori, solo che non sono stati diagnosticati».

Secondo i dati Gimbe, nel periodo marzo-giugno 2020 la quasi totalità delle Regioni ha registrato una variazione percentuale in negativo del volume di interventi chirurgici relativi a questa patologia rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. In Alto Adige il calo è del -14% e parliamo di tumori per classe di priorità A. «In alcuni casi - ed il report cita Alto Adige, Emilia-Romagna, Toscana e Veneto - la riduzione degli interventi per tumore alla mammella è stata più contenuta rispetto alla media nazionale nonostante l’elevato tasso grezzo dei positivi per 100.000 abitanti».

L’Alto Adige tra gennaio e maggio 2020 registra rispetto all’anno prima un -53,6% di esami mammografici. Tra giugno e settembre - quando la pandemia molla - c’è una ripresa del 35.7% ma tra ottobre e dicembre col Covid che torna si evidenzia un nuovo calo del -46,6%.

In Alto Adige i ricoveri per infarto sono scesi del -10%. «In alcuni casi - e Gimbe cita provincia di Bolzano, Emilia-Romagna, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta e Veneto - la riduzione dei ricoveri per infarto miocardico acuto è stata più contenuta rispetto alla mediana nazionale nonostante l’elevato tasso grezzo dei positivi per 100.000. La variazione del volume di ricoveri per ictus ischemico in Alto Adige è stata del - 30.8%.













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