Turismo in Alto Adige, il 2023 si prospetta un anno da record 

 A livello nazionale le stime vedono la nostra regione con la più alta percentuale di crescita. Pinzger (presidente Hgv): «Siamo a buon punto con le prenotazioni per la primavera e l’estate». Chiuso in bellezza il 2022



BOLZANO. Come sarà il 2023 per il settore turistico in Alto Adige? A livello di stime siamo davanti a quella che potrebbe essere un’annata record. A seguire un 2022 che è andato molto bene dopo gli anni della pandemia. E per ora, come afferma l’Unione albergatori Hgv, il settore in provincia di Bolzano non soffre troppo delle carenza di forza lavoro. O meglio ne risente al pari di tutti i comparti, ma non di più. Come invece, sembra accadere in altre regioni d’Italia.

Previsioni per il 2023.

Ma andiamo per ordine, iniziando dalle previsioni per l’anno in corso. Secondo le previsioni dell’istituto Demoskopika, in Italia saranno oltre 442 milioni le presenze con una crescita del 12,2% rispetto al 2022 ma soprattutto costituendo il valore più alto di sempre. E la percentuale più alta di crescita rispetto al 2022 ci sarebbe proprio nella nostra regione. Quanto agli arrivi (pernottamenti), se ne potrebbero registrare quasi 127 milioni - terzo dato più elevato, il top fu nel 2019 con 131 milioni seguito dal 2018 con 128 - con un rialzo dell’11,2% sull’anno scorso. Tutte le destinazioni regionali dovrebbero registrare un andamento positivo dei flussi turistici nel 2023. In particolare, al di sopra della media italiana, nel modello previsionale dell’Istituto di ricerca, si collocherebbero, in ordine decrescente rispetto alla variazione percentuale dei pernottamenti ben nove sistemi turistici territoriali: Trentino Alto Adige con 52,6 milioni di presenze (+15,4%) e con 12,1 milioni di arrivi (+11,8%), Veneto con 73,3 milioni di presenze (+14,8%) e con 19,1 milioni di arrivi (+11,0%), Marche con 13 milioni di presenze (+13,4%) e con 2,7 milioni di arrivi (+13,8%), Molise con 584 mila presenze (+13,4%) e con 182 mila arrivi (+14,3%), Toscana con 49,8 milioni di presenze (+13,4%) e con 14 milioni di arrivi (+13,5%). E, ancora, Lazio con 33,8 milioni di presenze (+12,8%) e con 11,5 milioni di arrivi (+12,8%), Sicilia con 15,9 milioni di presenze (+12,7%) e con 4,9 milioni di arrivi (+8,9%), ed a seguire Campania ed Emilia Romagna.

«Le stime per il 2023 sono buone, ad iniziare dalla primavera alle porte e le zone tipiche per questa stagione: dalla Val d’Adige al Burgraviato, fino all’Oltradige», sottolinea il presidente Hgv, Manfred Pinzger. «Si cerca sempre di più l’alto livello e la qualità delle strutture ricettive e la nostra provincia è messa bene su questa strada», ancora Pinzger. Ed anche l’estate promette numeri record. «A livello di prenotazioni per la stagione estiva, possiamo affermare di essere sulla buona strada, anche in quelle parti di territorio - non l’alta montagna - che di regola faticano un po’ di più», evidenzia il presidente Hgv. Un vantaggio per l’Alto Adige si sta rilevando anche il cambiamento climatico. Le temperature torride in estate favoriscono la «fuga» della clientela turistica verso il fresco dei monti.

Intanto è da segnalare che il 2022 si è rilevato un anno d’oro per il turismo in provincia di Bolzano. Stando ai dati di Idm Alto Adige gli arrivi sono stati 7,9 milioni e le presenze sono giunte a quota 34,3 milioni, superando anche il 2019, ultimo anno pre-pandemico ed utile a fare un raffronto serio. La durata media di una vacanza è stata tra le 4 e le 5 giornate per ospite all’interno delle 11.716 strutture ricettive sparse in Alto Adige.

Dipendenti e collaboratori.

Anche per l’anno in corso si prevede un aumento nel Belpaese dei flussi di turisti, dall’Italia e dall’estero ma la crescita del settore, però, si scontra sempre di più con le difficoltà di reperimento del personale: per la Pasqua ed i mesi primaverili dei Ponti- periodi di picco della domanda - è possibile stimare oltre 50 mila lavoratori «mancanti» nelle imprese turistiche. Almeno stando ai dati di Assoturismo. Per il trimestre febbraio-aprile, vale a dire il periodo di riapertura delle imprese stagionali e della ripresa dei flussi turistici in Italia, si prevede un fabbisogno di circa 210 mila addetti nelle imprese turistiche. «In Alto Adige siamo messi meglio rispetto al dato nazionale, anche per quanto riguarda gli stagionali. La mancanza di forza lavoro nel nostro settore è pari a quella che si registra negli altri comparti lavorativi, pubblico impiego compreso», così Manfred Pinzger. Seconda in Italia solo al Veneto per movimento turistico, la provincia di Bolzano vede complessivamente 30 mila persone lavorare nel comparto, tra tempo indeterminato e determinato . M.D.

 













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