Uccise la moglie incinta a Versciaco, i compagni di cella diventano testimoni
Chiamati dalla difesa a riferire se Mustafa Zeeshan manifesta disturbi durante il sonno
BOLZANO. La notte del 30 gennaio 2020 a Versciaco, Mustafa Zeeshan uccise la moglie Fatima, incinta all'ottavo mese, picchiandola e soffocandola.
L'uomo è ora a processo per omicidio volontario ma sostiene di non ricordare cosa sia accaduto quella notte: secondo la difesa, Zeeshan avrebbe ucciso la moglie durante il sonno, a causa di un raro disturbo, chiamato Rbd, che gli è stato diagnosticato in una perizia svolta su incarico del gip.
Oggi (3 ottobre) in aula è stato sentito il perito, lo psichiatra Eraldo Mancioppi, che ha comunque valutato Zeeshan capace di intendere e di volere.
La difesa ha chiesto ed ottenuto che vengano raccolte anche le testimonianze dei compagni di cella dell'imputato, per riferire se egli manifesti o meno dei disturbi evidenti durante il sonno. La prossima udienza è in programma il 18 ottobre, quando saranno ascoltati i genitori dell'imputato.