La testimonianza

Un bolzanino a Stromboli in lotta contro le fiamme 

L’isola devastata. Stefano Sulligi vive e lavora sul piccolo gioiello dell’arcipelago delle Eolie Il rogo partito sul set di una fiction. «Catastrofe naturale causata dall’incoscienza dell’uomo»


Paolo Tagliente


BOLZANO. Stefano Sulligi, bolzanino d’origine, una laurea in scienze naturali con tesi dal titolo “individuazione di habitat tipici nella riserva naturale di Stromboli”, da ventidue anni sull’isola dove è vivaista, ha lavorato tutta la notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 maggio per aiutare amici e vicini a salvare le loro case dalle fiamme. ed è a dir poco furibondo.

«Durante le riprese di questa fiction sulla protezione civile – spiega – hanno pensato bene di accendere un fuoco in una zona di riserva naturale e non so proprio chi mai abbia potuto dare loro permessi. hanno acceso un fuoco a giugno, in una giornata di scirocco, nonostante sull’isola non piova da almeno da due settimane e, per questo, sia tutto secchissimo. risultato: ha preso tutta l’isola nonostante fossero presenti sul posto tre o quatrro vigili che avrebbero dovuto impedirlo. la notte scorsa – prosegue sulligi – l’abbiamo passata a salvare le case delle persone che hanno le abitazioni più vicine alla macchia e a fare linee taglia fuoco».

Una notte che difficilmente gli abitanti di stromboli, pur abituati alle frequenti bizze del vulcano e ai frequenti incendi estivi, dimenticheranno. «In una casa – continua il drammatico racconto – sono state bruciata una stanza e la tettoia. per fortuna, le altre si sono miracolosamente salvate. In un’ abitazione di amici non abbiamo potuto far altro che bagnare tutt’attorno all’edificio e poi siamo dovuti scappare perché le fiamme erano altissime e stavano andando oltre le linee tagliafuoco».

Ieri i vigili del fuoco sono arrivati in paese, con i camion, « ma i mezzi pesanti non si possono muovere – sibila Stefano – e sono rimasti giù. Ni chiedono cosa siano venuti a fare. ora c’è elicottero con cisterna sta bombardando gli ultimi focolai».

Difficile dire se sia più grande la rabbia o la prostrazione. «un’intera riserva naturale con macchia di pregio, con piante endemiche, nella stagione della nidificazione degli uccelli – prosegue, sconsolato – : un danno ecologico mostruoso. alcuni lembi di riservano si sono salvati, ma il grosso della riserva è andato completamente in cenere». mi dicevano che in paese è arrivato un membro della produzione della fiction, il quale, con aria di sufficienza, ha commentato: “Ma sì, sono bruciate quattro frasche”. So che, in un primo tempo, la Rai ha anche smentito alcun coinvolgimento, inviando una nota a testate nazionali. poi, siccome tutti sapevano che  cosa fosse accaduto e non era possibile negare l’evidenza, avrebbero fatto un passo indietro. al momento – conclude Sulligi –, sto mettendo piante di leccio in vivaio e vediamo se il prossimo autunno, quando inizieranno le piogge, riusciremo ad avviare un rimboschimento...»

La procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha aperto un’inchiesta, mentre i carabinieri hanno raccolto atti e testimonianze a cominciare da quelle della troupe e del regista Pontecorvo.













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Valeria Frangipane

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